Pubblicità sociale, ambiente e politica

mercoledì, dicembre 16, 2009

Berlusconi Tartaglia Duomo

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giovedì, dicembre 03, 2009

No B Day, perché partecipare alla manifestazione

La manifestazione del No B Day che, detto sinteticamente, chiede le dimissioni di Berlusconi, è importante per alcuni motivi e per questi motivi mi piacerebbe vedere in piazza anche chi ha paura delle botte o non crede nelle manifestazioni.

Intanto manifestare, da che mondo è (im)mondo, è una delle migliori armi nelle mani del popolo. Un popolo, quello italiano, spesso trattato a pesci in faccia, disinformato (non per sua colpa) e privo di ogno spunto creativo, quasi depresso.

Non dobbiamo prendercela con Berlusconi, è vero, la colpa è stata di Andreotti, Craxi e tanta altra gente che come questi signori ha permesso, anzi, favorito la crescita indisturbata di questa muffa che oggi attanaglia il nostro amato paese, facendo in modo che l'illegalità si diffondesse sempre di più, che il culto dell'immagine fosse l'unico valore ed il denaro l'unica cosa per cui vale la pena vivere.

Chi scende in piazza a manifestare questa volta non è stato trascinato da un capopopolo ma dal proprio orgoglio, dall'insofferenza a tutto questo. Lo slancio vitale è partito da molte persone stanche di tutta questa merda e, molto probabilmente, sarà una grande manifestazione.

Come sempre c'è chi tituba, chi ha paura, chi pensa che la manifestazione non porti da nessuna parte.

Vorrei ricordare che le più grandi libertà si sono ottenute manifestando e che questi eventi innescano dei processi virtuosi, danno coraggio, aumentano la voglia di socialità, fanno bene alla psiche. Inoltre danno un segnale forte.

Poca gente= poca notiziabilità

Tanta gente= molta notiziabilità (giro del mondo, oserei dire).

Per ogni persona che mancherà quindi, ci sarà un po' di notiziabilità in meno. Il Tg1 non aspetta altro. Senza dire che la persona che non partecipa dimentica cosa vuol dire democrazia, cioè potere al popolo.

Pur essendo vera la totale sordità di alcuni partiti, più si sarà in piazza, meno saranno sordi.

E poi pensiamo a tutta quella gente che è impossibilitata a venire per cause di forza maggiore ma avrebbe pagato pur di esserci?

Pensiamo a chi è morto per darci la possibilità di manifestare democraticamente?

Pensiamo alle associazioni che nel sud Italia lottano contro la mafia mentre noi ce ne stiamo comodi in poltrona a commentare lo schifo che accade?

Pensiamo al nostro futuro? Si perché, più che un atto altruistico, manifestare il 5 dicembre è un atto egoistico.

Da egoista quale sono voglio che i miei diritti siano rispettati, voglio che non mi venga il cancro a causa di un governo che non fa nulla per l'ecologia, voglio un lavoro sicuro, ben pagato da un'azienda che non trucca i bilanci e poi fallisce mandando intere famiglie all'aria.

Voglio che il capo di quell'azienda paghi amaramente le puttanate che ha fatto e non che una legge gli salvi le chiappe.

Voglio che la possibilità di studiare pagando il giusto e non somme esorbitanti mi sia data. Non voglio che vengano finanziate scuole e università private, già ricche di loro.

Voglio la certezza di poter sognare pensando alla possibilità che quel sogni si avveri.
Voglio altre cose per me e, stranamente, queste cose le vogliono altrettante persone.

E pensa a tuo figlio. Cosa gli dirai quando ti rinfaccerà di averlo partorito in una nazione dove è impossibile vivere serenamente.

Come farai ad avere la coscienza a posto quando ti chiederà perché non hai fatto nulla per cambiare il paese?

Cosa risponderai quando ti chiederà perché non ti sei unito a tutte quelle brave persone per manifestare contro il male assoluto?

Che avevi paura?

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martedì, novembre 17, 2009

Daniele Amanti e l'Italia che mi piace

Il caso Daniele Amanti, piccolo bimbo affetto da una rara forma di distrofia muscolare sta scuotendo le coscienze delgli italiani (non dei politici ovviamente).

"A soli sei mesi valori alti di CPK nel sangue hanno fatto sospettare una grave miopatia.
La conferma poco dopo il compimento del suo primo anno di età.
TOTALE ASSENZA DI SEGNALE PER LA PROTEINA DISTROFINA NEL TESSUTO MUSCOLARE
causata da una mutazione genetica ancora ingnota.
Diagnosi: DISTROFIA MUSCOLARE DI DUCHENNE."

Il Fatto Quotidiano si è occupato di questa vicenda e molte persone si sono attivate per fare qualcosa come comprare il libro "Daniele, storia di un bambino che spera" o fare una donazione sui conti correnti:

# Conto Corrente Postale n. 94255007
Intestato a Parent Project Onlus - causale: Fondo Daniele Amanti

# Conto Corrente Bancario - Banca di Credito Cooperativo di Roma
IBAN: IT38V0832703219000000005775
Intestato a Parent Project Onlus - Causale: Fondo Daniele Amanti

o tramite Paypal a questo indirizzo dal quale ho effettuato la mia donazione.

Il Governo come al solito latita, tanto per dirne una ha destinato i fondi per la ricerca al risanamento del debito Alitalia.

Questa è l'Italia che invece mi piace dai commenti su Antefatto.it:

Seinei
Mi piace questo modo di
esercitare il potere
dell'informazione. Faccio il
tifo (e aggiungo grano)
anche io. Un ricercatore
precar io.
Luke
Eseguita una piccola
donazione! Auguro tutto il
bene possibile a questi
genitori coraggiosi, e al loro
piccolo eroe!
nanni64
Già avevo pensato di
proporre ai miei, per
questo Natale, di regalarci,
gli uni agli altri, un
contributo economico per
qualcuno che ne avesse
avuto bisogno. Ora, grazie
al FQ, so anche a chi andrà
il regalo di Natale che ci
scambieremo quest'anno.
Io ci sono, bimbo mio. E
girerò la mia proposta a
tutte le persone che
conosco.
( A n d re w )
Daniele, Fabio ed Eliana –
ho un figlio di 28 mesi che
ride, gioca e vive sereno,
leggere di quello che vi sta
capitando mi ha fatto
letteralmente gelare il
sangue. I primi 50 via
Paypal ve li ho già mandati,
parlerò con tutta la mia
famiglia allargata per
aiutarvi a passare il Natale
più speranzoso che abbiate
mai passato, Parola d'onore.
Giovanni e Grazia
E' una storia di dolore, di
emozione e di grande forza!
Vi siamo vicini e sosteniamo
la vostra iniziativa.
Ivo Serenthà
Risparmiano sulla ricerca
scientifica, sulla pubblica
istruzione e parlano di
piccolo mondo antico verso
chi ha manifestato sabato,
denunciando la
difficilissima situazione
occupazionale e con un
futuro ancor più
problematico, mentre gli
annunci governativi sono
degli spot stile pubblicità
dell'ottimismo. Seppur sia
durissimo affermarlo, la
ricerca scientifica dei grandi
gruppi farmaceutici, è
rivolta verso le malattie più
diffuse, loro non investono
dove non esiste un ritorno
economico. Solo la
spontanea umanità potrà
portare la speranza per il
piccolo Daniele.
Anna
Anche io ho comprato il
libro di Cinzia! Invito tutti i
lettori del Fatto a fare
questo piccolo gesto, utile e
importante per Daniele... In
bocca al lupo, piccolo
cucciolo meraviglioso!!!
Nina
Coraggio genitori, faccio il
tifo (e caccio il grano) per
voi.

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mercoledì, ottobre 28, 2009

Perché un giovane oggi non può avere speranze

Ciò che sta succedendo nel nostro amato (?) paese negli ultimi mesi non lascia altra via di scampo che ad uno sviluppo eccessivo di senso cinico (quello civico, da tempo, è bello che andato).

Quel che più fa male non è la ormai consuetudinaria lotta al magna-magna che ci caratterizza come popolo ormai da secoli, ma il fatto che i giovani siano costretti a fare indigestione di notizie di mal governo, ruberie varie, inquinamento. Che la televisione proponga modelli del tutto consoni allo stato comatoso in cui versa l'Italia ma del tutto estranei a quella che dovrebbe essere la sua missione educatrice (quindi, Tv cattiva maestra).

Guardandomi intorno vedo questo:

Giovani dai 25 anni in su (diciamo anche fino ai 40) che si comportano da ragazzini, vivono di invidide tecnologiche, il loro futuro è stasera all'aperitivo.

Uomini dai 50 ai 70 che si comportano come se avessero da 25 a 40 anni. Cioè con quell'impeto di chi sta entrando del mondo del lavoro e nella società che conta tipico di un trentenne degli anni '80 e dietro. Vanno a mignotte, sono egocentrici. In realtà si fottono dalla paura di morire.

Ragazzi e ragazzini dai 25 anni in giù che vivono senza modello alcuno e si trovano ad interpretare ruoli di maturità che non gli si addicono (quando va bene), si chiudono in un nichilismo esistenziale (quando va medio), si fanno portatori di un imperativo di distruzione cosmica (quando va male). Per loro l'amore è l'unica salvezza.

L'analisi del mutamento sociale qualcuno la fa, ma altri dovrebbero leggerla o, quantomeno, capire che le proprie azioni, oggi, hanno e avranno ripercussioni sul futuro.

Nessuno si stupisce più di cosa stia accadendo in politica (ormai un circo Barnum).

Di solito, quando hai belle speranze e poi scopri che la vita non è come l'hai vista in Amelie, diventi cinico.

Quando impari cosa sia il riciclio ben fatto, cioè tendente alla totale esclusione degli inceneritori e delle discariche grazie alla teoria dei Rifiuti Zero e scopri i giri di affari e mazzette tra politici e imprenditori per creare inceneritori e discariche costruite sui fiumi che andranno a dare la sostanza a ciò che mangiamo, diventi cinico (ed anche malato).

Quando i tuoi genitori ti hanno insegnato l'educazione ed il rispetto per i più grandi ed hai scoperto che i più grandi sono maleducati e irrispettosi verso chiunque, anche sè stessi, diventi cinico.

Quando ti spiegano com'è bello pagare le tasse, perché poi lo stato le utilizza per facilitare la vita dei cittadini, dare sussistenza ai più poveri, creare posti di lavoro, sviluppare nuove tecnologie, finanziare la ricerca e capisci di essere in Italia, diventi cinico.

Quando a scuola ti parlano della Mafia, ti fanno vedere la piovra, leggi di Falcone e Borsellino e poi capisci che la Mafia è lì, a Montecitorio, il cinismo comincia a traboccare.

Per questo poi ci si interroga sul perché degli strani comportamenti dei giovani d'oggi senza capirne la vera ragione. Perché sono gli adulti a creare quei comportamenti.

Come fa un ragazzo di belle speranze e di buona educazione ad uscire da tutto questo?
Come fa a crescere senza pensare all'inganno?
Come fa a diventare un adulto capace di dare insegnamenti ai più giovani, ad essere reputato un saggio?
Come fa a credere nel cambiamento quando la storia insegna che, a cicli, tutto si ripete sotto diverse forme ma con gli stessi contenuti?

Come si fa?

giovedì, ottobre 22, 2009

Recupero del Club La Palma

I lavoratori del Club La Palma decidono di fare qualcosa per riportare il mitico locale ai vecchi fasti:

RECUPERO DELLA STRUTTURA PER CREARE LAVORO REDDITO E CULTURA

Oggi 21 ottobre 2009 il consorzio di lavoratori LP recupera LA PALMA.
LP è l’associazione culturale ARTINCONNESSIONE, composta da tecnici, scenografi, webmaster, organizzatori, artisti, professionisti precari dello spettacolo, insieme all’associazione degli ex dipendenti de LA PALMA, i quali hanno assistito impotenti alla chiusura improvvisa nel luglio 2007.

Scopo dell’azione è recuperare la struttura di proprietà comunale, chiusa e abbandonata al degrado da due stagioni, e restituire al quartiere e alla città intera uno spazio importante, che è stato punto di riferimento per l’offerta artistica romana, insieme all’area verde che lo circonda.
Scegliamo di dotarci di una struttura cooperativistica per farci carico autonomamente della gestione de LA PALMA.

Dall’unione delle nostre associazioni nasce una squadra di lavoratori in grado di gestire al meglio un'impresa sociale-culturale, mettendo le nostre competenze e professionalità a disposizione di un progetto in grado di creare lavoro e reddito, in un contesto nazionale di profonda crisi economica, sociale e occupazionale, dove il settore cultura è attaccato da più fronti.

LA PALMA, per sua natura, si trova nel centro di un parco, pubblico, che intendiamo far vivere e dedicare ai bambini, avvalendoci di una programmazione eclettica e di qualità.
Vogliamo realizzare un polo culturale che offra teatro, musica, cinema e laboratori a prezzi contenuti, rivolgendoci ad un pubblico eterogeneo per offrire crescita intellettuale, momenti di socialità e incontro intergenerazionale.

Puntiamo a sensibilizzare le istituzioni sull’idea di creare e investire fondi permanenti per le strutture e le associazioni che quotidianamente, auto-organizzandosi, soddisfano il bisogno di usufruire di cultura e socialità in territori troppo spesso carenti di spazi culturali come un cinema, un teatro o una sala per concerti.

Portiamo di fronte alle istituzioni le difficoltà di artisti, tecnici, operatori e lavoratori dello spettacolo che lamentano la mancanza di luoghi economicamente accessibili per produrre spettacoli, dove poter esprimere le emozioni e mettere in pratica le idee.
Lo stato di abbandono in cui da più di due anni versa LA PALMA è un insulto al diritto al lavoro degli ex dipendenti, e al diritto del quartiere di viverne ogni giorni gli ampi spazi e le grandi potenzialità.

Noi oggi intendiamo recuperare
territorio, lavoro, reddito e opportunità di produrre cultura e socialità.
Invitiamo gli abitanti e le associazioni del quartiere, il Municipio V, le istituzioni, i lavoratori dello spettacolo, le strutture sensibili per confrontarsi e programmare in

ASSEMBLEA PUBBLICA GIOVEDI 22 OTTOBRE ORE 17
Via G. Mirri 35 – CasalBertone

LP ARTINCONNESSIONE – EX LAVORATORI de LA PALMA

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venerdì, ottobre 09, 2009

Bugiardi senza gloria

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giovedì, settembre 24, 2009

[Il Fatto Quotidiano] Perché tanta gente ha rotto le palle

L'Italia è bella perché è varia, si sa. In tutta questa varietà esiste una specie rara che non però resiste all'estinzione: i sinistroidi autoflagellantisi.

Chi sono?

Sono persone che trascorrono gran parte del tempo su Internet alla ricerca di notizie che confermino loro che tutto è marcio, tutto è peste, tutti sbagliano (anche io do il mio piccolo contributo a questa comunità, salvo poi pentirmene).

Succede che in seguito all'uscita del Fatto Quotidiano le discussioni generatesi tra Friendfeed e Twitter vertevano non tanto sulla bontà/qualità delle notizie e sugli scenari che un nuovo giornale, senza padroni e fondi statali, potrebbe aprire nel mondo dell'editoria, ma sulla grafica inesatta (qualcuno commenta sarcasticamente:"più di 50 font differenti") o sul fatto che l'antiberlusconismo sia l'unico motivo che lega i redattori di questo giornale e la sua linea editoriale.

E contro chi dovrebbero andare contro? Spiegatemelo.

Oppure post in cui si dibatte su quanto sia giusto far scrivere la Borromeo, discendente della nobile famiglia ed accasata (a quanto pare) Casiraghi, invece che persone che lo farebbero gratis pur di stare con Travaglio, Colombo, Gomez et alii. E vabè, stiamo sempre a rosicare.

Il Fatto Quotidiano è nato in seguito a grandi sforzi. Travaglio, Beha, Padellaro e gli altri hanno fatto il giro d'Italia per creare un po' di passaparola. Non si sa quanto potrà durare e voi che fate? State li' a discutere sulle cazzate.

Capisco che in comunicazione un visual efficace ha i suoi effetti positivi. Ma sappiamo tutti con quanti soldi è nato questo progetto. E, nel frattempo, cosa stiamo facendo noi per migliorare le condizioni di questo paese? Critichiamo.

Una volta tanto, basta con le seghe mentali, cerchiamo di essere coesi e di far cambiare qualcosa in questo paese di merda.

Infine, due parole per Sansonetti (Mister salotto): se hai tanta voglia di scrivere per il Giornale basta dirlo. C'è sempre posto per un direttore fazioso o di qualcuno che mischi le carte per confodere le idee.

domenica, settembre 20, 2009

Ikea me fa na pippa

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martedì, settembre 15, 2009

Primo Grado

"Gli elementi probatori emersi hanno constito di fare luce:

Sulla posizione assunta da Marcello Dell'Utri nei confronti di esponenti di Cosa Nostra, sui contatti diretti e personali con alcuni di essi (Bontate, Teresi, oltre a Mangano e Cinà),

sul ruolo ricoperto dallo stesso nell'attività di costante mediazione , con il coordinamento di Cinà Gaetano,tra quel sodalizio criminoso, il più pericoloso e sanguinario nel panorama delle organizzazioni criminali operanti al mondo, e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi con particolare riguardo al gruppo Fininvest;

sulla funzione di "garanzia" svolta nei confronti di Silvio Berlusconi, il quale temeva che i suoi familiari fossero oggetto di sequestri di persona, adoperandosi per l'assunzione di Vittorio Mangano presso la villa di Arcore dello stesso Berlsuconi, quale "responsabile" (o "fattore", o "soprastante" che dir si voglia) e non come mero "stalliere", pur conoscendo lo spessore delinquenziale dello stesso Mangano sin dai tempi di Palmermo (ed, anzi, proprio per tale sua "qualità"), ottenendo l'avallo compiaciuto di Stefano Bontate e Teresi Girolamo, all'epoca due degli "uomini d'onore" più importanti di cosa nostra;

sugli ulteriori rapporti dell’imputato con “cosa nostra”, favoriti, in alcuni casi, dalla fattiva opera di intermediazione di Cinà Gaetano, protrattisi per circa un trentennio nel corso del quale Marcello Dell’Utri ha continuato l’amichevole relazione sia con il Cinà che con il Mangano, nel frattempo assurto alla guida dell’importante mandamento palermitano di PortaNuova, palesando allo stesso una disponibilità non meramente fittizia, incontrandolo ripetutamente nel corso del tempo, consentendo, anche grazie a Cinà, che “cosa nostra” percepisse lauti guadagni a titolo estorsivo dall’azienda milanese facente capo a Silvio Berlusconi, intervenendo nei momenti di crisi tra l’organizzazione mafiosa ed il gruppo FININVEST (come nella vicenda relativa agli attentati ai magazzini della Standa di Catania e dintorni), chiedendo al Mangano ed ottenendo favori dallo stesso (come nella “vicenda Garraffa”) e promettendo appoggio in campo politico e giudiziario.

Queste condotte sono rimaste pienamente ed inconfutabilmente provate da fatti, episodi, testimonianze, intercettazioni telefoniche ed ambientali di conversazioni tra lo stesso Dell’Utri e Silvio Berlusconi, Vittorio Mangano, Gaetano Cinà ed anche da dichiarazioni di collaboratori di
giustizia; la pluralità dell’attività posta in essere, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di “cosa nostra” alla quale è stata, tra l’altro, offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Marcello Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che, lato sensu, politici.

Non c’è dubbio alcuno, alla luce delle considerazioni che precedono e di tutto quanto oggetto di analisi nei singoli capitoli ai quali si rinvia, che le condotte tenute dai prevenuti si sussumono nelle fattispecie previste e sanzionate dagli artt. 416 e 416 bis c.p. delle quali ricorrono tutti gli
elementi costitutivi.

Ma ricorrono, anche, le contestate aggravanti di cui ai commi 4° e 6° dell’art. 416 bis c.p.

Ed invero, la sussistenza di tali aggravanti va ritenuta qualora il reato de quo sia contestato agli appartenenti ad una “famiglia” aderente a “cosa nostra” od al concorrente esterno, in quanto l’esperienza storica e giudiziaria consentono di ritenere il carattere armato di detta
organizzazione criminale (Cass. 14.12.99, D’Ambrogio, CP 01,845) e la sua prerogativa di operare nel campo economico utilizzando ed investendo i profitti di delitti che tipicamente pone in essere in esecuzione del divisato programma criminoso (Cass. 28.1.00, Oliveti, CED 215908, CP 01, 844).

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mercoledì, settembre 09, 2009

12 settembre senza buste di plastica (ma anche prima e dopo...)

L'abitudine a prendere la busta al supermercato o a dimenticare quella conservata a casa è forte da scrollare. Prima che arrivi il 12 settembre quindi possiamo già tenerci in allenamento.

Ecco un ottimo sostituto delle merdose buste al petrolio che inquinano e ci fanno ammalare, la busta in poliestere nel pacchettino attaccata al mazzo di chiavi:

Le buste di plastica in questi anni hanno contribuito all'inquinamento ambientale e ammazzato pesci. Non è abbastanza per farle fuori?

Un grazie alla mia tres che mi ha portato la questo splendido regalo dal Portogallo.

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mercoledì, luglio 01, 2009

L'ipocrisia si sfiora con un dito

...ed ha la forma di ombrello.

Da alcuni anni ormai mi è chiaro, chiarissimo, il perché degli scarsi cambiamenti sociali in che avvengono in questa nazione. Leggere aiuta a capire, ad entrare in nuove ottiche e, se Dio vuole, a migliorare i propri comportamenti.

Non sono mai stato un grande lettore, per questioni di pigrizia prima e di tempo ora, ma da quei libri che ho letto ho sempre cercato di estrapolare il massimo degli insegnamenti (senza sentirmi obbligato a dire: sai ho letto questo e ho letto quest'altro, per mostrare la mia "cultura").

Ecco quindi che mi capita spessissimo di notare come grandi lettori e grandissime lettrici (di quelli che dici: ma 'ndo lo trovi il tempo???) hanno comportamenti del tutto deviati da quelli che, in seguito a letture importanti, "dovrebbero" avere. Utilizzo le virgolette perché non è un imperativo categorico, esistono molteplici variabili che condizionano i nostri comportamenti e se bastasse la lettura a migliorarli vivremmo in un mondo perfetto.

Ma ci sono volte in cui si palesano atteggiamenti nati dalla totale mancanza di riflessione su ciò che ci gira intorno.

Capita quindi che una folla di benpensanti ammiratori di Roberto Saviano, in fila per ascoltarlo, al minimo accenno di pioggia, stiano lì a contrattare con l'etiope o il senegalese di turno per comprare un ombrello di dubbia provenienza (leggi racket) per il quale si spendono soldi che non si sa dove andranno a finire (non ai poveri venditori ovviamente) e che aggirano totalmente i controlli fiscali.

Capita poi di sentire le stesse persone che applaudono indignate e convinte quando Saviano dice che le mafie in Italia sono la prima economia con 100 miliardi di Euro di "fatturato".

Ed è qui che mi convinco che nulla potrà mai cambiare se non diamo un'affinata ai nostri bisogni ed ai nostri istinti e se non ci rendiamo conto che il cambiamento sta nelle piccole cose, negli atteggiamenti concreti.
Si finisce come quei ragazzi che vanno a protestare contro la guerra poi tornano a casa e mandano affanculo i genitori o non perdono occasione per sfogare le loro frustrazioni sul povero clacson.

Si pensa troppo a come ci giudicano gli altri ma troppo poco a quali sono i nostri atteggiamenti reali. Questa è pura malattia.

http://www.letterealdirettore.it/forum/testo/topic/5435-1.html

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venerdì, giugno 19, 2009

Uno Scherzo ai simpatici amici de "Il Giornale"

Utilizzando i tentativi mal riusciti di Google di darci il sito che cerchiamo possiamo fare uno scherzetto a quelle simpatiche canaglie che taroccano l'informazione con la stessa nonchalance di Lupin quando fregava gioielli.

Il metodo è questo:

Bisogna cercare su google parole come "berlusconi il giornale lecchino" o "d'addario il giornale asservito" "il giornale bavoso" (ottavo e nono risultato), e cliccarci su.

Gli analisti dei risultati da motore troveranno queste simpatiche query nei loro strumenti di verifica.

Geniale vero?

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giovedì, giugno 18, 2009

Il podvertising esiste ancora? [Sprazzi di Tesi]

Mettendo in ordine un pò di doc ho trovato questo pezzo della mia tesi.

Inizialmente pensavo di incentrarla tutta sul Podvertising ma le risorse erano scarse anche se ai tempi sembrava una bella scommessa. Non mi sono più aggiornato su questo tema ma mi va di copiare il paragrafo in cui ne parlavo. Da prendere con le pinze :P



Il podvertising, è una forma molto duttile e funzionale di pubblicità sul web, perché consiste nella possibilità che gli utenti producano podcast con aggiunte di tipo promozionale.
Sono ormai milioni coloro che, quotidianamente scaricano da iTunes una quantità innumerevole di brani musicali e di film a pagamento, ma sono milioni gli utenti che scaricano anche gratis e sempre legalmente grazie all’inserimento di pubblicità nei podcast.

Il podcasting consente di scaricare in modo automatico file video, di testo e musicali sul proprio personal computer o su un lettore mp3 abilitato. Per scaricare questi file basta abbonarsi, gratuitamente o a pagamento tramite un apposito programma che, una volta aperto cerca automaticamente gli aggiornamenti come un feed reader.

I software più famosi che permettono di scaricare podcast sono iTunes, Juice, Doppler ed il Democracy player. Quest’ultimo è frutto di un progetto indipendente ed oltre a scaricare ogni tipo di podcast permette di conservare i file scaricati da YouTube e da altri player in streaming.

L’utente, in questo modo può, organizzare la propria dieta mediale a piacimento, ascoltando o guardando quello che ha scaricato da internet anche quando non è in casa e la connessione non è disponibile, modificando ancora una volta le modalità di fruizione dei vari contenuti in base al proprio stile di vita.

Il termine podcasting pare sia attribuibile al giornalista del Guardian Ben Hammersley. Nel suo articolo, intitolato “Audible revolution”, parlando dei radio amatori e delle nuove tecnologie che permettevano la produzione on line di programmi radiofonici scaricabili ipotizzò tre termini: Audioblogging, Podcasting e GuerrigliaMedia.

Il termine sarebbe una crasi tra le parole iPod e broadcasting ma questa affiliazione ha provocato molteplici dibattiti perché la Apple non ha alcun merito nell’invenzione di questa tecnologia. Si è cercato così di rendere questo termine neutro facendolo derivare da Personal Option Digital Casting, acronimo creato da Doc Searls nel suo articolo “DIY Radio with PODcasting”. Ma ormai è consolidata in tutto il mondo la prima derivazione.

Il principio del podvertising dovrebbe consistere nel consentire agli utenti di scaricare gratuitamente ogni forma di podcasting e di ottenere introiti nel caso in cui fossero loro a produrlo. La tecnologia infatti consente di allegare ai file in podcast mp3 pochi secondi di pubblicità audio.
Nel caso si trattasse di video sarebbe possibile attaccare all’inizio o alla fine di ciò che scarichiamo messaggi promozionali o, durante lo svolgimento della puntata, banner testuali. In questo modo chi produce può pagarsi le spese e magari diventare ricco. Chi scarica può farlo gratuitamente.

In un’epoca in cui l’utente è sempre più curioso e intraprendente forse non basta ciò che offrono i media tradizionali. Le barriere all’entrata sono molto alte e in pochi fortunati possono permettersi di fare televisione ad alto livello o fare lo stesso in radio. Essendo il podcasting un’ottimo strumento per la diffusione dei contenuti personali la pubblicità può rivelarsi uno strumento fondamentale a favore degli utenti, sia per le possibilità di guadagno che offre, sia perché dà l’opportunità di produrre contenuti di alto livello. Una ricerca svolta dal sito www.emarketer.com, stima che, entro il 2011, gli inserzionisti spenderanno più di 400 milioni di dollari nel podcasting, mentre nel 2006 sono stati spesi 60 milioni di dollari.



Molti dubbi però rimangono sulle caratteristiche demografiche di chi usufruirà del podcasting e cosa ha in comune chi ascolta con chi guarda il podcasting e quali sono le vie migliori per proporre la pubblicità a chi usufruisce di questa tecnologia. Le persone che utilizzano questa tecnologia sono molto diverse fra loro e soprattutto i tempi e i modi di utilizzo sono molto frammentati.

Gli operatori di marketing gradirebbero avere maggiore interazione in questo tipo di pubblicità ma è forse impossibile ottenere ciò, perché chi scarica dei contenuti sul proprio pc vuole usufrurire di questi durante il tempo libero ed è quindi difficile che interagisca con la pubblicità.
Gli audio e video spot inseriti all’inizio o durante una trasmissione sono forse l’unica possibilità. Non sono escluse le inserzioni testuali.



Un podcaster di successo, in America, può arrivare a guadagnare migliaia di dollari al mese. Questo fenomeno in Italia sembra essere in stallo forse per la sfiducia degli addetti di marketing di cui abbiamo parlato sopra.
Lo sviluppo massiccio di podcasting ha permesso in questi ultimi anni il fiorire di migliaia di piccole radio casalinghe e di video blog di maggiore o minor successo con un fermento creativo che ricorda la nascita delle radio libere negli anni ’70.

La fine di queste radio, o meglio, della libertà musicale di cui godevano è avvenuta quando le pubblicità si sono poste come fonte di reddito per chi produceva contenuti musicali. Con il passare degli anni si è assistito ad una massificazione e semplificazione sia del linguaggio che dello stile musicale, provocando un’ omogeneizzazione delle varie emittenti radiofoniche, ingabbiando così la musica in palinsesti predefiniti e relegandola a poche ore di trasmissione rispetto al totale dei contenuti trasmessi in radio.

E’ auspicabile che tutto ciò non accada nel podcasting e che l’inserzione pubblicitaria sia solamente un piccolo plus per chi produce contenuti in podcasting, senza modificarne la vera essenza liberatoria.

Questa rivoluzione produttiva dell’utente sposta e ridefinisce sia il mercato pubblicitario che quello prettamente mediatico perché viene modificata la percezione che il consumatore ha di sé rispetto ai media tradizionali ed alle personalità che invadono i media tradizionali.

In Italia la sfida è ancora agli albori ma nel giro di un anno sarà possibile assistere a parecchie novità e c’è da scommettere che ogni tipo di media tradizionale e non, dove vige un assetto gerarchico, sarà costretto a ripensarsi e a modificare la propria struttura in base all’utenza.

Il problema che in questi anni affligge case discografiche ed il mondo del cinema riguarda la reperibilità gratuita di materiale on line. Chi naviga ha l’oppurtunità di scaricare sul proprio computer gigabyte e gigabyte di film di Hollywood e musica di ogni genere grazie ai software di peer to peer.
La battaglia tra il mercato dell’audiovisivo ed Internet dura da anni e sembra non trovare soluzioni ideali, capaci di accontentare i produttori ed un’utenza che preferisce usufruire gratuitamente ed "illegalmente" dei prodotti musicali e cinematografici.

I modelli commerciali sperimentati si sono rivelati quasi sempre fallimentari anche se basati sull’aumento di qualità visiva e musicale grazie ai nuovi standard ed all’aggiunta di gadget e materiale tagliato e scartato dal film all’interno dei DVD in vendita.

La risposta più comune è: “Perché pagare quando si può avere gratis?”. Così si è capito che il problema è nella distribuzione, non nella qualità dei contenuti, quindi invece di combattere i software di peer to peer bisogna sfruttarne le loro immense potenzialità. Sfruttare la pubblicità all’interno dei file scaricabili per finanziare la produzione e pagare gli addetti ai lavori si è rivelata una soluzione ottimale.

Sotto questo stratagemma, anziché combattere i servizi di file sharing, i musicisti abbraccerebbero i Kazaa del mondo come veicoli per la promozione gratuita e canali di distribuzione a un pubblico composto da milioni di persone. I gruppi musicali potrebbero aggirare completamente le etichette discografiche a favore di uno sponsor aziendale che sosterrebbe le spese di registrazione.

Nell’ottobre del 2003, la teoria passò dalle grandi idee al mondo reale. Lo Snapple Beverage Group, produttore della bevanda al cioccolato Yoo-Hoo, si disse d’accordo a finanziare la distribuzione di cinque canzoni di Kevin Martin (ex uomo di punta del gruppo Candlebox) con gli Hiwatts.

L’iniziale EP fu scaricato oltre tre milioni di volte in meno di un mese, insieme all’annesso video del gruppo. Quando quei pezzi vengono scaricati sul PC. Compare un messaggio in cui si segnala che il progetto è sponsorizzato da Yoo-Hoo. Il gruppo spera di cavalcare l’ondata avviata dalla pubblicità gratuita on line con una grossa vendita di biglietti per i concerti dal vivo, da cui ricava la gran parte dei soldi.

Se le vendite di Yoo-Hoo dovessero salire, il gruppo riceverà ulteriori remunerazioni. […] La storia può funzionare anche in ambito cinematografico – particolarmente con i film indipendenti che hanno vinto dei premi ma che non ricevono grosse spinte dai maggiori distributori – al pari di spettacoli televisivi e computer game .
J.D Lasica, 2006, DARKNET: Hollywood contro la generazione digitale, Unwired Media, pag. 78.



La SpiralFrog, la Universal Music ed in seguito con la EMI, nell’agosto 2006 sono giunte ad un accordo per quanto riguarda il download di musica. Quando partirà il progetto, previsto per gli inizi del 2007, sarà possibile scaricare musica gratuitamente con la sola aggiunta di pubblicità durante il download. Le canzoni saranno protette dal DRM ma sorgono dubbi per quanto riguarda la libertà espressiva degli artisti.

Jason Calacanis, fondatore di Weblogs Inc., infatti, sostiene che gli inserzionisti e i finanziatori avranno pretese sulla musica che verrà associata alle loro pubblicità e che quindi anche se la metodologia può risultare utile ed innovativa le coroporation non cambiano la loro mentalità dominante.
Rinnovare le logiche di distribuzione dei prodotti mediali è la vera sfida. Ma questa sfida sembra non essere presa sul serio dalle grandi distribuzioni che, nonostante i molteplici tentativi di innovazione, hanno continuato sulla loro strada cercando di creare vincoli tecnologici che impedissero agli utenti di appropriarsi e manipolare i contenuti mediali sia musicali che cinematografici.

L’unico vincolo da superare è prettamente culturale e, più che l’utenza, riguarda le grandi case di distribuzione.

Tutte le imprese mediali oggi tendono a interpretarsi non solo in lotta per la sopravvivenza le une contro le altre, ma anche in lotta contro una grande quantità di fattori: l’ordine economico in cambiamento, i nuovi competitori potenzialmente formidabili, le crescenti diversità sociali, economiche e razziali, un sistema educativo che si muove con difficoltà, l’alfabetizzazione in declino e, infine, un pubblico che sembra avere sempre maggiore diffidenza e tende a ignorare i mass media. R. Fidler, 2000, Mediamorfosi, Guerini e associati, pag. 153


Inoltre, ciò che vogliono le case di distribuzione non sempre corrisponde con ciò che vogliono gli artisti che da loro dipendono. Eugenio Finardi nel 2001 sosteneva che:

"Napster è un mezzo straordinario di diffusione della musica: secondo me in futuro non ci si ricorderà che c'era un altro sistema, come adesso non ci si ricorda che una volta si viaggiava a cavallo. Nel futuro si ascolteranno i pezzi che verranno scaricati o che arriveranno direttamente attraverso fibre ottiche o satellite.

Spesso si sottolinea la gratuità, il fatto che Napster sia gratis. Io non credo che sia quello il punto centrale. Il fatto è che su Napster si trova tutto e lo si trova subito. Non è poi così facile oggi trovare musica: i negozi di dischi sono sempre meno, e gli spazi nei negozi sono gestiti in maniera dittatoriale e autocratica dalle poche case discografiche multinazionali.

Mi sembra del tutto naturale allora che esista un mezzo che diffonde musica ovunque, purché ci sia una linea telefonica o un telefono satellitare: noi pensiamo sempre a Napster da Milano, da Roma, da New York, da Mosca, ma un paio di anni fa ero con medici senza frontiere nel sud del Sudan, uno dei posti più remoti della terra dove non c'è l'elettricità, dove la valuta è il sale, e ognuno dei volontari aveva venti minuti la settimana per comunicare tramite un telefono satellitare che funzionava a batterie solari.

Uno dei ragazzi che era lì, si occupava degli approvvigionamenti, utilizzava questo tempo per scaricarsi una canzone alla settimana da Internet. Tra l'altro, il giorno prima che io arrivassi, aveva scaricato un pezzo di Jovanotti. Un ragazzo francese in Sudan che ha scaricato Jovanotti dalla Rete."


In questi anni non si è fatto molto per ridefinire le logiche del mercato cinematografico e musicale. Al momento, in seguito alle numerose battaglie condotte dalle case cinematografiche e musicali, oltre ai famosi software di dowload a pagamento come iTunes e le Net Label come Vitaminic, sono nate ben poche iniziative atte a proporre il download gratuito di programmi, musica e cinema, con aggiunta di pubblicità.
Questa spinta oltretutto sembra partire più dal basso che dall’alto.

La maggior parte degli esempi di pubblicità nel podcasting esiste perché alcuni personaggi sono nati sul Web e divenuti famosi grazie ad esso ed in questo modo hanno potuto stipulare contratti pubblicitari che hanno permesso loro di ottenere introiti ed agli utenti di usufruirne in modo gratuito.

In Italia Sipra, la concessionaria di pubblicità Rai, dal 2006, vende a listino spot pubblicitari dei file mp3 delle trasmissioni radiofoniche diffuse in podcasting con la formula RaiPod .

Un esempio eclatante a livello internazionale è il famoso cartone animato splatter Happy Tree Friends. I due autori Kenn Navarro e Rhode Montijo, animatori della casa di produzione americana Mondo Media, hanno reso famoso questo prodotto su Internet ed in seguito hanno aumentato la loro fama grazie ad Mtv, che ne ha trasmesso e continua a trasmettere le loro puntate.

Oltre alla normale pubblicità sul proprio sito, nel podcast di iTunes, è inserita della pubblicità prevalentemente a sfondo sociale, ma anche commerciale, che permette di scaricare il prodotto gratuitamente e legalmente.
Questa logica però non viene applicata ai file musicali a pagamento ai cortometraggi ed ai trailer a disponibili su iTunes.

Per quanto riguarda il cinema, recentemente, sono nati siti di download legale come www.cinemanow.com che permette un periodo di prova gratuito di una settimana in seguito ad una sottoscrizione nella quale è obbligatorio inserire il numero di carta di credito. Se la sottoscrizione non viene annullata dall’utente, entro la settimana di prova il sito provvede a rinnovarla automaticamente scalando dalla carta di credito il prezzo della sottoscrizione mensile o annuale, a seconda della scelta formulata durante l’inserimento dei propri dati.

Pur essendo una buona formula di permission marketing, può risultare abbastanza coercitiva per l’utente perché oltre a dover ricordare (nel caso lo volesse) di cancellare la sottoscrizione, una volta scaricato il film è costretto a guardarlo nell’arco di 24/48 ore dalla prima visualizzazione e non può salvare scene sul proprio computer.

Tutto ciò allontana e scoraggia anche l’utente più corretto. Anche in questo caso utilizzare delle forme pubblicitarie allegate al sito o al download del film permetterebbe una fruizione gratuita o ad un prezzo molto ridotto consentendo all’utente di fruire del prodotto con più libertà e sempre nel rispetto delle norme sul copyright.

Il podvertising ed in generale l’utilizzo di pubblicità allegata a file multimediali, che altrimenti sarebbero a pagamento, risulta essere un buon metodo per risolvere la questione del downloading illegale, ma non si capisce perché le grandi case di distribuzione non si stiano applicando quanto dovrebbero per modificare i loro assetti gerontocratici per avvicinarli alle nuove modalità di fruizione, sia tecnologiche che culturali.

Tra qualche anno non sarà più possibile costringere i consumatori a pagare per prodotti che hanno avuto a disposizione gratis e chi produce contenuti di alto livello artistico non sarà più disposto a soggiacere alle logiche di case cinematografiche e discografiche soprattutto considerato il fatto che quando venne introdotto il compact disc nel 1982, la sua superficie scintillante e high-tech consentì alla case discografiche di alzare il prezzo di un album da 9 a circa 16 dollari, pur se la produzione di un CD costa meno di quella di un disco LP. Quasi tutti i soldi in eccesso andarono alle case discografiche non agli artisti. Quest’arrangiamento insoddisfacente rimane ancora valido ai nostri giorni. Degli 11 miliardi di dollari ricavati dalle vendite annuali di CD, gli artisti ricevono meno del 5 per cento (costoro trattengono invece il 12 per cento delle canzoni vendute nei negozi musicali on line, e intascano dal 35 al 40 per cento degli incassi ai concerti) . J.D Lasica, 2006, DARKNET: Hollywood contro la generazione digitale, Unwired Media, pag. 222.


Il web 2.0, il podvertising e lo user generated content stanno accompagnando il consumatore verso una nuova era dove le decisioni partiranno dal basso ed avranno risonanza a livello mondiale grazie alla volontà dei singoli all’interno della networked society.
Anche in questo caso la Long Tail teorizzata da Anderson riuscirà ad emergere e si avrà bisogno di nuove metodologie di retribuzione per mantenere in vita un mercato nuovo e fervido.


Dopo più di due anni sembra essersi mosso ben poco. Non trovate?

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mercoledì, maggio 06, 2009

Vendo frasi per MSN e status per Facebook

Hai litigato con la tua pischella e vuoi lanciarle un messaggio sublibinale su MSN? 50€

Hai bisogno di link simpatici da condividere su Facebook ma simpatico non sei affatto? 30€

Vuoi aggiornare il tuo status di Facebook, durante una giornata, più di 10 volte con frasi accattivanti? 100€

Hai bisogno di riferimenti culturati elevati per far capire alla tipa quanto ti piace ma l'ultimo libro che hai letto è 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire? 35€

Da lavoro ti hanno bloccato gli accessi e vuoi che qualcuno viva comunque la tua vita online per non essere considerato uno sfigato? 300€

Vorresti tanto creare un gruppo originale ma in mente hai solo tette e culi e ti sei accorto che la concorrenza per questo argomento è spietata? 50€

Pensi che l'ultima frase di Msn scritta da te sia stata sgradevole e vuoi recuperare con una citazione dantesca? 150€

Premendo su "Visualizza musica in ascolto" l'unica cosa che esce è Marco Carta e senti il bisogno di farti una cultura musicale per far vedere quante ne conosci? 579,39€ (come da Piccol :D)

Non hai foto da pubblicare in giro per il mondo perché sei un pò sfigato ed hai bisogno di fotoritocchi per apparire vicino ai principali monumenti? 450€

Vuoi sapere se è meglio fare battute contro la destra, la sinistra o il Papa? 120€

Vuoi sembrare informato su tutto quando invece non lo sei affatto? 40€



Per questi ed altri servizi di gestione della tua identità sui maggiori social network puoi rivolgerti a me, sarò felice di darti un calcio nel culo.

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lunedì, aprile 27, 2009

Buon Appetito - Dente - Testo e accordi

Am
Sapessi che felicità mi da
Dm
l’idea di non vederti più,
G
l’idea di non fidarmi più,
Em
qualsiasi cosa mi dirai.

Sapessi che felicità mi da
l’idea di non toccarti più
l’idea di non seguirti più
in tutto ciò che fai.

Dm G
Ho messo le mani in tasca
Em Am
ed ho sputato sulla tavola,
Dm G F Em Dm G
buon appetito amore mio.

Am
Sapessi che felicità mi da
Dm
l’idea di non sapere più
G
quando cammini dove vai,
Em
quando dormi con chi lo fai,
di tutte le lacrime che hai
quante ne piangerai.

Quantificando il male che mi fai
ho visto che non finisce mai.

Dm
Quindi ho messo le mani in tasca
ed ho sputato sulla tavola,
buon appetito amore mio.

Am
Quando fai la spesa cosa comperi?
Dm
Di che colore hai colorato i mobili?
G
Vorrei non sapere più
Em
nemmeno dove abiti.

Ad libitum


Accordi by powercioccio

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sabato, aprile 25, 2009

Le parole che sovvertono la Nazione

In questi 15 anni siamo stati abituati a scendere a compromessi con le parole. I cambiamenti linguistici, si sa, cambiano anche le persone a lungo andare.

Siamo stati abituati a pensare che esistano ancora i comunisti, che la destra sia quella che vediamo e la sinistra sia rappresentata da una manciata di exdemocristiani.

E che, comunque, sia destra che sinistra, siano l'unica soluzione per essere governati quando basterebbe un piano comune sulla salute, l'ecologia ed il reddito minimo garantito. Ma il motto è divide et impera, come sempre.

Oggi, 25 aprile, festa della liberazione, il nostro premier dice: "Chiamiamola festa di Libertà".

Questa parola - Libertà - della quale si è fatto un abuso teso a sconvolgerne il significato viene stavolta riutilizzata per sconvolgere il significato di una ricorrenza, quella della liberazione, unico baluardo che ci ricordi l'esistenza di uomini che hanno combattuto per renderci liberi (ma non nel senso economicamente inteso dal premier).

Avremmo dovuto essere liberi da persone come lui, da un sistema di potere, che proprio perché "sistema" diventa invulnerabile creandosi leggi ad hoc per garantirsi l'invulnerabilità in eterno. Anche in queste leggi la parola è stata stuprata.
Sono state concepite leggi che si autoconfutano rendendo ridicolo persino chi le ha fatte per proteggersi.

In questi anni abbiamo fatto un po' come queste leggi. Abbiamo autoconfutato le nostre opinioni, la nostra identità e la nostra essenza, dicendo cose di un tipo e facendo tutt'altro.

Il marciume che ci pervade è "libero" di fare e dire quello che gli pare, tanto, ormai, siamo impossibilitati a comprenderlo.

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giovedì, aprile 23, 2009

Le buone maniere su Facebook

Proprio oggi leggevo su Nova un articolo intitolato "Sentimenti in Community" e passando da Ninja Marketing ho trovato questo bel video che dà una serie di consigli sui migliori comportamenti da tenere sul social network.

Mentre leggevo, riflettevo su quanto la paura di essere taggati e verbalmente sputtanati su Facebook potrebbe cambiare, a lungo termine, le nostre abitudini di vita.

Il lungo utilizzo quotidiano monopolizza le nostre menti e durante il tempo libero, qualche volta, può capitare di pensare ad uno status da aggiornare in maniera fica o a foto da fare con il solo intento di condividerle.

Riflettere sui propri comportamenti on-line sarà sempre più necessario per cercare di vivere una vita migliore.

lunedì, aprile 13, 2009

Accordi e Testo di "Vieni a vivere" Dente.

Accordi per la chitarra:

Re - Sim - Sol - La

Testo

A nido d'ape o a lisca di pesce facciamo una cassetta tutta come ci va.
Mettiamo un letto sul pavimento che al mal di schiena ci pensiamo nell'aldilà. Prendiamo tutti gli accorgimenti, la testa a nord, le gambe 10 gradi a sud-est.

Vieni a vivere come me, vieni a vivere come me, vieni a vivere come me. Com'è che non ti muovi? Com'è possibile?

Poi fumiamo le sigarette che a casa nostra non ci vengono mamma e papà.
Mangiamo tutte le scatolette, beviamo birra, andiamo a fare la spesa al discount.

Rit.

Mettiamo un disco sul giradisco, baci in cucina, baci in sala, baci in garage. Facciamo 120 bambini tutti con dei nomi molto particolari, così gli canto una canzone, di quelle belle che li fanno addormentare.

Rit.

Si accettano correzioni. :P

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martedì, aprile 07, 2009

Molte scosse a Roma Bisogna fare qualcosa?

Quello che non sto capendo è perché queste scosse di assestamento continuino. Quasi ci si sta facendo l'abitudine.
Se è vero che non bisogna mettere in allarme le popolazioni almeno bisognerebbe dire cosa fare, perché non si capisce molto.

Ora a Roma la gente sta tornando a casa, la mia poltrona ha traballato pesantemente, spero niente di grave in Abruzzo.

Mal di testa. Indecisione.

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Il giorno dopo il terremoto

Update 19:50

Altra scossa a Roma abbastanza forte. 10 secondi.


Update 14:38:

Petizione per chiudere il Grande Fratello e devolvere il premio a chi ne ha bisogno in Abruzzo. Firmate e fate firmare

http://www.firmiamo.it/sign/petition/aiutiaquile

Il gruppo Facebook




Update:

Comunicato dell'associazione Fare Verde
Da ieri il nostro telefono squilla in continuazione, con tanti nostri volontari che danno la loro disponibilità per andare in Abruzzo a dare una mano.

Ci stiamo coordinando con i diversi gruppi di Protezione Civile con i quali normalmente collaboriamo e con le centrali operative.
Al momento non ci hanno chiesto volontari: ci sono già molte squadre di soccorso che stanno lavorando. L'indicazione, quindi, è quella di non partire in modo autonomo per non intralciare le operazioni sul posto.

Invitiamo, piuttosto, tutti coloro che ci stanno chiamando per partire in questi giorni di emergenza a confermare la propria disponibilità anche nelle prossime settimane: dall'esperienza sappiamo che questo tipo di emergenze non si risolvono in pochi giorni. Ci sarà sicuramente bisogno di aiuti per molti mesi.

Al momento ci possiamo attivare nelle nostre città.
Fare Verde ha deciso di organizzare un

CENTRO RACCOLTA AIUTI
presso la sede di
VIA ARDEATINA 277 - ROMA

Cosa serve:
- abbigliamento in buono stato
- coperte
- tende ministeriali omologate
- brandine e materassini
- cibo in scatola a lunga conservazione (ad esempio: latte, carne in scatola, tonno, pelati, scatolame in genere, pancarrè, crackers).

La sede è aperta dalle 10:00 alle 18:00, dal lunedì al venerdì.
Nel fine-settimana, siamo disponibili su chiamata.

Per informazioni:
06 700 5726 - 333 2985 873 - info@fareverde.it

Invitiamo tutti i nostri volontari, iscritti e simpatizzanti di Roma e dintorni a collaborare, anche diffondendo questa comunicazione.

Grazie a tutti.



_________________________________________________________________________________


Oltre ad avvertire numerose scosse a Roma tra stanotte e stamattina la situazione dell'Aquila è abbastanza brutta.

Le uniche note positive sono state quelle degli aiuti dei volontari e del sangue donato.

I morti aumentano e le macerie raddoppiano.

Se ci proccupiamo noi a Roma penso che a L'Aquila siano terrorizzati.

Cerchiamo, almeno in rete, di essere più sereni e di vedere cosa si può fare quantomeno sotto il livello psicologico.


Ringrazio infine tutte le persone che hanno lasciato commenti nel giorno di ieri.
Si sono rivelati preziosi per capire lo stato delle cose almeno qui a Roma.

Naturalmente se ci sono aggiornamenti sui vari tipi di aiuti che si possono dare commentate e provvederò a fare un update del post.

Grazie ancora.

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lunedì, aprile 06, 2009

Terremoto L'Aquila e Roma 6/4/2009

Update 14:38:

Petizione per chiudere il Grande Fratello e devolvere il premio a chi ne ha bisogno in Abruzzo. Firmate e fate firmare

http://www.firmiamo.it/sign/petition/aiutiaquile

Il gruppo Facebook

Update 19.15:

Il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi chiede che vengano sospese le donazioni di sangue. Invece servono coperte, vestiti, pannolini, latte in polvere, casse d'acqua e tutti i beni di prima necessità. Verranno raccolti da "Fare ambiente", Roma, in Via Nazionale, 243, tel. 06 48029924. Mentre sul sito www.modavi.it tutte le istruzioni per far parte delle squadre di soccorso in Abruzzo

Io ho stesso ho provato a comporre quel numero per sapere se ci fosse bisogno di qualcosa in particolare ma non ho ottenuto risposta.


Update 12.54: Purtroppo ci sono molti morti e L'Aquila è in una condizione abbastanza disastrosa.
Su Facebook è nato un gruppo dove si può segnalare la propria ospitalità.

Sono necessarie donazioni di sangue Chi può faccia qualcosa.


Update 6.39: Un fisico (Gioacchino Giampaolo Giuliani) aveva previsto il terremoto ed il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si è scagliato contro «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false», chiedendo una punizione esemplare.

http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_01/terremoto_psicosi_fbd94050-1e82-11de-9011-00144f02aabc.shtml

Update 4.58: Persone intrappolate in casa all'Aquila, pare un ragazzo ed una donna morti. La situazione a Roma sembra stabilizzata.

Per aggiornamenti
http://www.rainews24.rai.it/ran24/extra/live/

Ore 3, 35, Roma. Il terremoto è durato una decina di secondi abbondanti, probabilmente tra i 3 e i 4 gradi della scala Richter. Io e Riccardo ci siamo cacati sotto.

L'ultimo terremoto che ricordo è stato a Palma Campania ed ero seduto sul Wc.

Domani cercheremo di capire qual era il vero valore della scala di questo fottutissimo terremoto.
Un lunedi in cui i romani avranno qualcosa di cui parlare.

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venerdì, aprile 03, 2009

Se Google compra Twitter

Google sta riprovando a comprare Twitter. La mole di informazioni istantanee che Twitter è capace di offrire farebbe gola a qualsiasi motore di ricerca che stia capendo che lo fruizione di contenuti (ma anche l'immissione) sta cambiando.

Tutto diventa più sincopato ed in tempo reale e quello che offre twitter con il servizio Search è un pozzo di notizie ed aggiornamenti sincopati ed in tempo reale.

Il problema è un altro. La democrazia, la "sana" concorrenza capitalistica, che fine fanno di fronte ad un gigante che può mangiare tutto?

Esistono regole antitrust per dire a Google che sta mangiando troppo?

Se è vero che nel web esistono una moltituidine di canali (molti di più di quelli del digitale terrestre) è anche vero che quelli più frequentati sono Google, Youtube, Twitter, Myspace e pochi altri. Questi canali fanno da filtro a cose e persone, aprono la strada verso siti e profili.

Ma vista appunto l'immensità della rete, non diventa pericoloso che milioni di persone, in blocco, si rivolgano agli stessi pochi canali?

E quando appartengono tutti ad un solo padrone cosa accade? (inutile dire le analogie che mi vengono in mente).

Un ultimo aggiornamento dice che le compagnie potrebbero lavorare insieme ad un motore di ricerca in tempo reale per Google.

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Berlusconi urla e la Regina lo rimprovera

Mi chiedo quando avrà fine questo incubo.

mercoledì, marzo 04, 2009

La tessera Berlusconi


La tessera Berlusconi sembra una cosa da Rinascente. Già la vedo Lucrezia Lante della Rovere alla cassa: "Ehm, si, pago con la tessera Berlusconi".

Oramai, viene da pensare: ha tutto perché non una carta bancomat?

Invece no! La tessera Berlusconi è qualcosa di peggio, è la social card!

E allora perché la sto chiamando tessera Berlusconi??? Antonio mi contatta su MSN e mi dice stupefatto: "Non puoi capire! Prendo la posta e c'era un volantino del supermercato.

Sai cosa diceva?

"SI ACCETTANO BANCOMAT E TESSERE BERLUSCONI"

E continua sottolineando che siamo alla follia e che, facendola vedere ai genitori (dipendenti delle poste), riceve questa affermazione:

"è normalissimo... noi che alla posta distribuiamo queste carte ce lo sentiamo dire da tutti: mi date la tessera di Berlusconi?"


Può essere verosimile che per una popolazione anziana pronunciare le parole Social Card sia diciamo difficoltoso, ma che si arrivi a stravolgere il tutto in questo senso lo trovo pazzesco.

Lo stato culturale-informativo-mediatico di questo paese è comatoso. Non aggiungo altro sul ventennio Fininvest e l'arretramento che ha determinato a tutto il sistema paese (un disastro per tutta l'economia italiana).

Una tessera Berlusconi esiste ed è la N° 1816 della P2 (questa la conoscono lor signori?).

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mercoledì, febbraio 25, 2009

Ma ora, che ne dici di uscire?


Lui: Ci siamo conosciuti su Msn, abbiamo parlato per ore, di tutto lo scibile umano. Ho mostrato di essere una persona equilibrata e, talvolta, simpatica. Mi pare.
Arte, musica, sport, televisione, cinema, politica, ambientalismo, cazzeggio!!!.
Sinceramente non so più di cosa parlarti.
Forse vedendoci potrà uscire qualcosa di nuovo, che so, argomenti a cui non avevamo pensato perché non ci siamo mai guardati negli occhi.
Sai che ultimamente dicono che stare troppo su Internet fa venire il cancro?
E se ci ammalassimo e non potessimo più vederci? Se il mio pc si scassa e non riesco a collegarmi per più di una settimana? Che fine facciamo?
Dai!


Lei: Si, in effetti è così. E devo ammettere che mi piaci molto (faccina vergognosa).
E' stato veramente bello trascorrere ore a parlare con te di tutto, mi sono sentita una persona nuova,stimolata, migliore ed anche amata.
Ma su Msn per me ci siamo detti tutto.

Lui: Ma, per esempio, potremmo approfondire gli argomenti musicali, andare a qualche concerto insieme. Sai quanto amo la musica, no?

Lei: Si...si. Ma devo ammettere che grazie a Last.fm ho saputo tutto quello che c'era da sapere sui tuoi gusti musicali. Non sapevo dei Nine Inch Nails, con Modugno cozzano un pò. Ma devo ammettere che sei veramente eclettico sotto questo punto di vista.

Lui: Quindi è un no? Dai! Avrei piacere a farti conoscere i miei amici! Sono tutti simpatici, a volte si incastrano sulla Playstation, la Xbox ed il pallone ma ci si può parlare anche tantissime altre cose. Ho anche delle amiche fantastiche. Lo sai questo?

Lei:Ma certo che lo so! Da quando siamo amici su Facebook sono diventata amica anche ad alcuni di loro...E sono veramente tutti simpatici. Poi mi piacciono quelle manfrine divertenti che fate con gli status, tutti quei gruppi stupidi a cui vi iscrivete, siete molto divertenti. E'è proprio come se li conoscessi dal vivo oramai...

Lui: (gocciolina di sudore sulla zona occipitale destra)Accidenti pure a Facebook!

Lei: Ah, ho conosciuto anche i tuoi amici più tamarri su Badoo...Sai che vengono sempre a fare complimenti per le foto del mare?

Lui: (Azz!) Si, sono delle merde. Ti ho mai parlato di quel libro sull'etica protestante e il capitalismo???

Lei: Ma sei hai fatto una bellissima recensione su Anobii. L'ho letta tutta d'un fiato. Certo non avevano niente da fare sti sociologi eh!

Lui
: Ad ogni modo, ci sono tantissime altre cose sotto il punto di vista culturale che non sappiamo l'uno dell'altra.

Lei: Ma come no? Seguo tutte le attività che condividi su StumbleUpon e Twitter che poi si riversano su FriendFeed. Devo ammettere che a volte mi stupisci. Come fai a leggere tutte quelle cose? Poi ho visto anche le tue magnifiche foto su Flickr! Wow!

Lui: Abitudine...Ma i video che ho fatto? Dai vieni a casa te li mostro sul mio 30 pollici!!!

Lei: Ma non ce n'è bisogno. Adesso che Youtube ha aggiunto le funzioni di HQ e quella funzione fichissima che ti fa spegnere la luce intorno per vedere meglio il video, li ho ammirati sul mio nuovo MAC.

Lui: (E Cristo!) MMM, vero, vero. Molto fiche quelle (stracazzo) di funzioni.
Ti ho mai detto che ho vinto dei premi per i miei componimenti poetici? Tra questi c'è un viaggio in Brasile...


Lei: Ma tu già mi porti in viaggio con te quando li leggo sul blog. Poi dove vuoi che vada? Tra il lavoro e lo studio....

Lui: Insomma, manco una mostra insieme?

Lei
: Ma sei pazzo? Da quando mi hai fatto scorprire Deviant Art sono folgorata e passo le ore a guardare le opere degli altri.
Sei proprio una persona splendida. Non ho mai conosciuto persone con così tanti interessi e tutta questa voglia di condividerli. E' stata un'esperienza straordinaria per me approfondire la tua conoscenza e penso sia una cosa irripetibile.

Lui: Si, anche per me è così, e poi tu sei anche bellissima. Ecco, io volevo dirti...mmmm....che...che avrei una voglia matta di fare l'amore con te! Ecco ce l'ho fatta! Mo come la metti?

Lei: Caspita! Potevi dirmelo prima! Vuoi farmi intendere che Youporn non ti basta? A me si....

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mercoledì, febbraio 18, 2009

Mills corrotto senza corruttore

E'è la notizia del giorno: l'avvocato di Berlusconi condannato aver ricevuto 600 mila dollari dalla Fininvest.

Cito Repubblica
Il legale riconosciuto colpevole di aver preso soldi per dire il falso in processi in cui era imputato Berlusconi. Era alla sbarra in concorso proprio con il premier. Che però è fuori causa grazie al Lodo Alfano.


Ora, ciò di cui mi interessa parlare non è la notizia in sè per sè ma il fatto che lo sconforto mi pervade perché questa è la dimostrazione che mancava del funzionamento del Lodo Alfano che protegge una delle persone più corrotte e corruttrici del mondo, il mio presidente del consiglio.

A questo si aggiungono le cose che già sapevo, altre che accadono quotidianamente, un'informazione distorta che sta morendo nonostante gli sforzi di grandi firme, una magistratura sconvolta e sconvolgente, un'ambiente che sta perendo sotto i colpi di auto e fabbriche che uccidono anche noi, lentamente.

Questa sorta di information overload dei malaffari politico-economici crea in me una sorta di atteggiamento blasè che mi fa stare inchiodato sulla poltrona a leggere tonnellate di parole, a cercar di capire dove sta la verità o a scrivere su questo blog, con la consapevolezza che può andare solo peggio, che non c'è speranza, che siamo stati fregati.

Che siamo vittime ma anche carnefici.

Carnefici perché ottenebrati dalla quotidianità, dal dover apparire impeccabili sia dentro che fuori, dal dover arrivare a fine mese, dal dover/voler costruire relazioni stabili, dal voler portare avanti progetti in cui si crede, dal pensiero dei genitori che invecchiano (tutto questo in-filtrato dai media che ci dis-informano, da salari da fame e dal conseguente sclero nelle relazioni interpersonali).

Sono reazioni a catena che impoveriscono gli individui, succhiano l'anima e la sensibilità, rendono schiavi di una realtà falsificata che non ha nulla a che fare con la realtà di internet o della tv (molto più belle e reali...).

Ed ecco che viene palesata una legge incostituzionale e nessuno fa niente (compreso io). Veniamo accostati alle peggiori dittature sudamericane ma stiamo zitti.

Perché domani si lavora, perché ho un futuro, perché ho il diritto di essere felice, perché se faccio cazzate poi "tengofamiglia".

Insomma, chi me lo fa fare?

(chiedo scusa per incongruenze, strafalcioni e cazzi vari ma, come tutti gli altri, è un post scritto col cuore)

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domenica, febbraio 08, 2009

Facebook e la protesta per Eluana



Sta montando la protesta su Facebook per lasciare libera di decidere sulla "vita" della propria figlia la famiglia Englaro. Aumentano gli avatar oscurati (tra cui il mio) e mi chiedo se qualche giornalista si accorgerà di tutto questo e ne parlerà domani. Fin'ora si è parlato di Facebook solo per cose futili o per problemi di privacy.

Il potere di questo social network è nella condivisione di conoscenza e nel condizionamento sociale (buono, si spera). In questo caso sta funzionando molto bene perché, col passare delle ore noto l'incremento di avatar neri.

Spero non sia solo dovuto al fatto che mi circondo di gente uguale a me (anche perché non è del tutto vero).

Spero anche che chi non è d'accordo si lasci influenzare e capisca l'importanza di determinate decisioni. Sono private e sofferte e nessuno, nè un governo, nè la Chiesa possono sindacare sulla vita altrui.

Mi auguro sinceramente che, almeno questa volta, la protesta online possa avere ripercussioni off-line e che si possano smentire le parole di Bauman.

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giovedì, gennaio 22, 2009

Politica, networked individualism e Bauman

Zygmunt Bauman, consumo dunque sono

Leggendo Bauman la prima cosa che ti viene in è mente è: "cazzo, sta parlando di me! Sono davvero una merda?"
La risposta è evidentemente si.

L'analisi sociale è così spietata e lucida che non lascia spazio a fraintendimenti.

Un esempio lo troviamo a pagina 135 di Consumo, dunque sono. Lo studioso, dopo aver fatto in quattro la concezione di networked individualism di Castells e sostenuto che "la rete più che un luogo dove si costruiscono legami sociali [somiglia] a una duna di sabbie mobili", parla della politica citando Jodi Dean, per il quale le odierne tecnologie della comunicazione sono "profondamente depoliticizzanti" e "la comunicazione funziona in modo feticistico, come disconoscimento di una esautorazione o castrazione politica di fondo".

La citazione continua così: "il feticcio tecnologico è politico e ci consente di affrontare il resto della nostra vita sollevati dal senso di colpa secondo cui forse non stiamo facendo la nostra parte, e saldamente convinti che in fin dei conti siamo cittadini informati e impegnati.
Non siamo costretti ad assumerci una responsabilità politica perché è la tecnologia a farlo per noi, essa ci fa credere che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è universalizzare una determinata tecnologia e che allora avremo un ordine sociale democratico o rinconciliato."

Aggiunge inoltre Bauman: "Bush e Blair sono potuti scendere in guerra con falsi pretesti nonostante i tanti siti web che ne scoprivano il bluff".

E qui non posso che inchinarmi.

Mi sono sempre ritenuto un fomentato dell' E-democracy e del potere della comunicazione, anche e soprattutto su internet, ma non si può negare la veridicità di queste parole.

Basti guardare il fenomeno Grillo che sicuramente ha migliorato tante piccole realtà con i vari MeetUp ma ha concluso ben poco a livello nazionale e Travaglio che io seguo quotidianamente e stimo per la sua forza d'animo.

Allora cosa si nasconde in noi? E' vero che compensiamo il senso di colpa sfogandoci su internet e non facendo nulla nella vita reale?

Un pò l'ho sempre pensata questa cosa ma non credo di esserne certissimo.

Di sicuro c'è il fatto che bisogna riflettere su quelle parole e su noi stessi.

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giovedì, gennaio 15, 2009

La Spagna e la campagna a-sociale per far tornare a casa gli stranieri

Di campagne pubblicitarie strane se ne sono viste tante, belle, brutte, violente etc. ma di questa tipologia non ne ricordo molte.

Andiamo per gradi: da mesi la Spagna sta attuando politiche "repressive" per bloccare i flussi di immigrazione visto che, una volta approdati nella nazione dei toreri e registrati agli uffici di collocamento, gli immigrati, diventano disoccupati a tutti gli effetti. In questo modo non fanno altro che gravare sulle casse dello Stato.

Ecco che l'apposito Consiglio dei Ministri, nel novembre 2008, vara un decreto che interessa i lavoratori stranieri non comunitari dei 20 paesi seguenti, con i quali la Spagna ha firmato accordi bilaterali in materia di Sicurezza Sociale: Andorra, Argentina, Australia, Brasile, Canadà, Cile, Colombia, Equador, Federazione Russa, Filippine, Marocco, Messico,Paraguay, Perú, Repubblica Dominicana, Stati Uniti, Tunisia, Ucraina,Uruguay e Venezuela.

Questo decreto stabilisce i requisiti per riscuotere l'indennità in due rate: cioè che i disoccupati immigrati abbiano diritto all'indennità di disoccupazione e che si impegnino a tornare "volontariamente" al loro paese e a non tornare in Spagna per 3 anni.

Ecco le immagini:

campagna spagna plan de retorno voluntario

campagna spagnola plan de retorno voluntario




















E' proprio vero che quando fai tanto per stare nel giusto poi basta una puttanata per prenderti tutta la merda addosso. Penso che con questa campagna la Spagna si meriti molta merda.
Un piano di ritorno volontario non è più tanto volontario se si adoperano metodi persuasivi come questi.

Ora, non so quali siano i piani della Spagna e quali aiuti darà agli immi-emigranti una volta tornati nel loro paese ma non la trovo una scelta saggia.

Queste le parole della Segretaria di Stato per l'immigrazione e l'emigrazione Consuelo Rumì:"In un contesto di crisi economica globale, le politiche d'integrazione sociale non possono perdere peso nei programmi dei governi ma, al contrario, dovranno esser rafforzate, onde evitare l'emarginazione dei collettivi più vulnerabili, come quello degli immigranti".

Fonte.

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