Pubblicità sociale, ambiente e politica

venerdì, agosto 27, 2010

Resistentemente

ResistenteMente è il primo festival degli autori indipendenti che si terrà a Roccasecca il 10/11/12 settembre.

Resistentemente oltre ad essere un festival ed un evento al quale non bisogna mancare è anche un'opportunità. Un'opportunità per gli amanti del cinema e della produzione documentaristica ma anche per gli amanti della cultura, una cultura sempre più latitante nel nostro territorio, la Ciociaria.

Fortemente voluto da Paolo Maselli con l'aiuto di Anna Maria Tedeschi, del Comune di Roccasecca e delle varie associazioni del territorio, Resistentemente porterà da noi artisti ed esperti di antimafia come Silvia Scola, Giulio Cavalli, Ernesto Bisanti, Francesca Forno, Raffaella Cosentino, Massimiliano Farraina, Daniela Gambino, Alberto Castiglione, Pino Maniaci.

Oltre a questi potrete trovare altri autori, esperti ed artisti nel programma del festival.

Parlo di Resistentemente su questo blog perché trovo importanti queste iniziative in territori come i nostri. Si parlerà di Mafia e resistenza a tutto tondo.

Mafie di ogni tipo ci stanno invandendo, dalle costruzioni allo scarico di materiali contaminati fino ad arrivare ai comportamenti delle persone.

Infatti, il primo passo per dire no alle mafie è documentarsi, parlare e documentare. Tendenza che si sta perdendo in tutta Italia grazie a 16 anni di imbarbarimento politico/mediatico e di profondi cambiamenti nelle radici di quella che chiamiamo democrazia ma che di poteri al popolo ne dà ben pochi.

Questo Festival è un'opportunità per tutti anche dal punto di vista economico-sociale, per creare nuove tipologie occupazionali e nuove specializzazioni.

Le bellezze archeologiche vanno riscoperte e conosciute; le bontà culinarie vanno assaggiate ed amate; i saperi musicali e culturali, da Gazzelloni a Tommaso D'Aquino vanno condivisi ed esportati.

Invito quindi tutti, giovani soprattutto, a parteciapre al Festival Resistentemente, perché è necessario creare un'opinione forte per esseri pronti alle future sfide che gli amanti della morte culturale vogliono lanciarci.

Invito anche chi non crede a questo Festival, per discutere dal vivo, per scambiarsi idee su come migliorare il nostro territorio, per far sì che dal confronto possa nascere del buono per il paese in cui viviamo.

http://www.festivalinternazionaleautoriindipendenti.com/

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giovedì, agosto 05, 2010

Stefano Montanari scrive a Beppe Grillo

Sulla questione del microscopio tolto a Montanari vi invito ad informarvi sul suo sito ed altrove visto che ci sono voci contrastanti.

Su chi sia in realtà Beppe Grillo e da chi sia guidato informarsi è difficile ma da questa lettera si possono capire molte cose.

Caro Beppe,

Io, forse come te, non leggo il tuo blog, ma stavolta sono stato sollecitato a farlo da qualche decina di mail e da diverse telefonate, non poche di ormai ex-grillini (uno mi ha appena fatto visita).

Per motivi che in parte mi sfuggono, chi ti gestisce ha dato spazio al preside della facoltà di Scienze dell’Università di Urbino, il beneficiato del lavoro di raccolta fondi per l’acquisto del microscopio, e questo ha approfittato dell’occasione per esprimere enormità talmente ingenue da lasciare allibiti.

Naturalmente non ho letto i commenti, e questo ad eccezione di uno che mi è stato segnalato da più fonti. Senza citare l’autore, peraltro a noi due ben noto, anche lì si affermano sciocchezze come quella, tra le diverse altre, che io ti avrei contattato per raccontarti che le multinazionali degli alimenti ci volevano sottrarre il microscopio. Questo quando tu sai bene che non solo la storia delle multinazionali fu una creazione tua ma fosti tu a contattarmi oltre un anno prima tramite Marco Morosini, il ricercatore italiano che lavora al Politecnico di Zurigo. Ma le esternazioni di questo personaggio sono irrilevanti e da accettare con pazienza per la sua a noi due nota tendenza a mentire, cambiando addirittura versione ogni volta che torni comodo farlo.

Ricordando a te e a chi ti segue alcuni passaggi della nostra non troppo felice storia comune, non credo potrai sostenere che la vicenda del microscopio non ti sia servita per costruirti una sorta di aureola di mecenate delle scienze, e tutto senza altro costo se non l’aver devoluto l’incasso, detratte tutte le spese, di due ore di spettacolo a Modena. Di fatto il lavoro pesante lo feci io, sobbarcandomi duecento e passa conferenze su e giù per l’Italia, il tutto a mie spese, al solo scopo di raccattare denaro finito poi, per esclusiva ingenuità mia, alla Onlus Bortolani che, al di là di non aver fatto pressoché nulla, mai mi ha mostrato i conti e ora si è resa protagonista di ciò che sai.

Ma questo ci può anche stare: tu sei un uomo di spettacolo e ti promuovi così. Dopotutto, se le cose fossero filate lisce, la cosa sarebbe stata più che meritoria da parte tua perché una promozione come quella è infinitamente più civile di molte altre.

A questo punto, però, si aprono scenari a dir poco strani.

Sempre per promuovere il tuo personaggio, tu monti una sorta di partito e la mia, peraltro fugace, entrata in politica dava fastidio al tuo progetto. Sia detto che io non mi ero reso conto del fatto, ma anche se ne fossi stato cosciente la cosa non mi avrebbe toccato, stando il fatto che io non chiedo il permesso a nessuno per fare ciò che decido di fare.

Forse a causa di questo, ma forse no, nell’estate del 2008 mi fai arrivare una raccomandata da tuo nipote, l’avvocato Maurizio Grillo, con la quale mi diffidi dal raccogliere fondi per sostentare la ricerca sulla nanopatologie, raccolta che era stata iniziata da un gruppo di grillini fiorentini. Nessun fondamento giuridico per la tua azione, è evidente, ma i grillini bloccarono seduta stante la raccolta. Perché quella lettera? Forse una spiegazione non sarà inopportuna.

Una cosa che venni a sapere solo molto tempo dopo è che almeno dal marzo 2008 tu stavi maneggiando con la Onlus Bortolani per togliermi il microscopio. Tu non avevi alcuna voce in capitolo su quell’apparecchio, ma un nome “prestigioso” come il tuo, almeno a certi livelli, era funzionale all’impresa. Io ignoro se tu ti rendessi conto dell’operazione alla quale ti stavi prestando, ma, conoscendo chi te l’aveva sollecitata, so che non avevi nessuna voglia di mandare al diavolo il personaggio. Comunque sia, faceste tutto per una quindicina abbondante di mesi rigorosamente sottacqua come si fa quando non si può essere fieri di ciò che si fa. Perché non mi avete detto niente? Anche qui una spiegazione potrebbe chiarire le cose.

Stranamente, poi, nessuno, men che meno tu, venne mai a vedere il laboratorio né s’interessò in qualsiasi modo delle nostre ricerche, magari chiedendoci ragguagli e, dunque, resta misterioso come abbiate poi potuto asserire che da noi non si lavorava. Il perché, poi, non si sarebbe dovuto lavorare rientra nella comicità dell’assurdo e, allora, si varcano confini che non mi appartengono.

Quando io venni a sapere tramite una raccomandata della signora Bortolani, che non sentivo da quasi un paio d’anni, che il microscopio era stato “donato” ad Urbino e si tirò in ballo anche te, provai più volte a chiamarti ma tu evitasti sempre di alzare il telefono. Mail e lettere subirono sorte analoga. Anche i miei tentativi di scrivere sul tuo blog andarono regolarmente a vuoto per la ferrea censura (il bavaglio che condannavi strepitando) che chi gestisce lo spazio Internet con il tuo nome impone. Insomma, un muro di gomma invalicabile.

Ora non mi resta che ripetere per l’ennesima volta l’invito che ti rivolgo dal giugno 2009, quando venni a sapere della “donazione”: confrontati pubblicamente con me. Lo so che ti è difficile e non credere che non capisca la tua posizione: forse ti hanno incastrato, tu non sai che cosa dire e, in aggiunta, non hai il coraggio di affrontare un faccia a faccia che sarebbe altro che gridare monologhi in un palasport. Ma, parafrasando Don Abbondio, se uno il coraggio non ce l’ha, mica glie lo può dare l’arcivescovo.

Sia come sia, tutta questa farsa tragica allestita ai miei danni e, soprattutto, ai danni di chi beneficiava delle nostre ricerche, e non si tratta di poca gente, ha una rilevanza scarsissima e serve solo per trastullare qualche donnetta e qualche ragazzotto . Ora siamo impossibilitati ad usare quel microscopio, esattamente come si voleva per gl’interessi che magari non sai nemmeno di difendere, ma nonostante tutte le angherie che siamo costretti a subire, noi non ci siamo fermati e continueremo a lavorare. Come sempre, anche gli esseri che ci fanno vergognare di appartenere al genere umano godranno dei benefici che continueranno ad arrivare dal nostro lavoro. E anche tu, se avrai bisogno, perché può capitare, sappi che da noi non ci saranno difficoltà.

Saluti,

Stefano Montanari