Pubblicità sociale, ambiente e politica

mercoledì, agosto 23, 2006

La forza di un ricordo digitale

La digitalizzazione ha ormai pervaso tutti i media, di questa cosa noi non possiamo che beneficiarne data la facilità di utilizzo, la velocità e l'immensa quantità di dati memorizzabili. Vorrei parlare in particolare delle foto. La fotografia è l'attimo imprigionato su un foglio plastificato, anzi lo era. Oggi la fotografia è l'attimo imprigionato in parecchi byte e, grazie alla digitalizzazione possiamo ripetere l'attimo molteplici volte e anche modificarlo a nostro piacimento. Fin qui nulla da eccepire, una cosa grandiosa.
Il problema nasce sulla quantità e sul tempo, cosa voglio dire? Con gli apparecchi digitali siamo in grado di scattare centinaia di foto in una qualsiasi giornata al mare, in montagna o ad un concerto, queste foto verrano immagazzinate sull'hard disk, poi masterizzate su qlc cd-rom o dvd e questi supporti saranno depositati in qualche zona della casa deputata alla raccolta di oggetti del genere (si spera). Il problema di questi oggetti è che si perdono facilmente, non hanno quella imponenza fisica di un raccoglitore di fotografie che lo metti lì e lì lo trovi, in più potremmo dover formattare il computer e non aver nulla a portata di mano da poter masterizzare o una penna usb. E tra una ventina d'anni tra le tante cose conservate non potremmo trovare più nulla. A cosa è valso allora il tanto fotografare? La foto digitale è volatile, non gli si da importanza, la sua vista viene bruciata subito, non c'è più il gusto di quando si aspetta lo sviluppo, è frenetica come la nostra società e in più non riusciamo a toccarla. L'esperienza che si fa con il tatto aiuta la vista e la memoria, toccare le foto sviluppate e catalogarle serve a dar loro una maggiore importanza ad averne più rispetto e quindi anche a ritrovarle tra vent'anni.
Tutta questa pippa mentale mi è venuta in mente e mi viene in mente ogni volta che vado ai concerti e vedo tante persone fare le foto col cellulare e soprattutto perchè ho perso il cd con le foto del concerto di Jovanotti, quindi sono la prova vivente di ciò che cercavo di spiegare.
Fosse stato un pacco pieno di foto non l'avrei mai perso, vabè!
L'information overload è un sovraccarico di informazioni e si sa che troppe cose non è possibile ricordarle, quindi stiamo attenti quando facciamo delle foto in digitale, tra una ventina d'anni potremmo non aver niente da mostrare ai nostri figli, nipoti o nuovi amici. Sarebbe molto triste.

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lunedì, agosto 21, 2006

Paolo Scaroni (Facce di merda)


Non perdiamo tempo!
Avevo detto Paolo Scaroni. Quest'uomo è l'amministratore delegato dell'Eni, decide lui cosa fare dei soldi, infatti gli attivi dell'Eni sono stati distribuiti in dividendi per gli azionisti anziché nell'energia alternativa. Quest'uomo è stato condannato per disastro ambientale, corruzione per tangenti per ottenere appalti nell'Enel e, come accade spesso nella nostra amata Italia, (dai cantiamo l'inno, abbiamo vinto i mondiali!) è stato promosso ad amministratore delelgato dell'Eni. Se vi capita di ascoltarlo in tv sappiate quindi che state ascoltando un pregiudicato.


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Facce di merda

Al mondo esistono svariate facce di merda, questo si sa! Bisogna però ricordarle, non perderle di vista e farle vedere a chi non vuole accettare una realtà di merda sperando di vivere tutta la vita alla Flavio Briatore (comprese bombe sotto casa, numeri di mafiosi americani e una condanna poi amnistiata).
Ma cominciamo proprio da zio Flavio



























Se non è una faccia di merda questa!

Andiamo oltre. Il Lombroso sosteneva che la pericolosità di un'individuo fosse rintracciabile anke dai tratti somatici, un pò vecchia come tesi ma a volte è vera:













Cesare Previti, una garanzia tra le facce di merda!






Ma continuiamo.







Totò Cuffaro, dagli amici detto anche Totò Vasavasa o Puffaro è una delle icone del moderno inciucio tra mafia e politica, non so se qualcuno ricorda la sua uscita al Maurizio Costanzo Show una 15 d'anni fa. Era una di quelle puntate contro la mafia con ospite Giovanni Falcone, lui si alzò dal pubblico e cominciò a dire che la mafia non esisteva e ad infamare Falcone, in una paese normale questo potrebbe bastare a farti uscire dalla scena politica, qui serve a fartici entrare...Per notizie più approfondite digitate il suo nome su Google.














Giulio Andreotti, la scatola nera vivente nella quale sono custoditi segreti, impicci e inciuci dell'Italia Repubblicana dal dopoguerra ad oggi. Condannato per associazione mafiosa fino al 1980 (qualche disinformato benpensante crede che sia stato assolto), reato prescritto perchè erano passati troppi anni ma in realtà gli sono bastati pochi mesi per ottenere la prescrizione. Sempre condannato è. Volevano farlo presidente del senato, solo questo dovrebbe far riflettere sulla nostra classe politica.






Continuerò ad aggiungerne altri, il primo sarà Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni...

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sabato, agosto 12, 2006

Guerra preventiva e giustificativa

Come l'11 settembre giustificò l'attacco in Iraq, ho la sensazione che questi attentati "sventati" degli ultimi giorni potrebbero creare l'humus per nuovi attacchi chissà dove (Iran? Afghanistan? Pakistan?) Siccome al mondo esistono dei guerrafondai conclamati (gente del governo Bush e lui stesso) e dei teorici-strateghi della tensione, mi sale il dubbio che alcune cose possano essere state create ad arte. Mi suona strano che dopo un attentato come l'11 settembre si prepari un altro attentato della stessa portata. Dico questo perchè l'attenzione è talmente alta intorno a queste situazioni che bisognerebbe essere dei matti per organizzare una cosa simile o addirittura più grande. Qualcuno penserà: sempre il solito complottista! Puoddarsi ma io la penso così.
Si parla addirittura di una dozzina di aerei da far esplodere, bisognerebbe essere dei fessi per pensare ad una cosa del genere. Almeno io se fossi un terrorista penserei a vie alternative ad un aereo che è la prima cosa che è stata messa sotto controllo dopo l'11 settembre. Detto ciò ognuno può pensare a quello che vuole ma questi sono i fatti.


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