Pubblicità sociale, ambiente e politica

martedì, marzo 20, 2007

Uso distorto di social networking

In questi mesi è sempre più pressante l'idea che si possano fare soldi grazie al social networking.

Finchè sono le persone a guadagnarci nulla da eccepire, ma quando le aziende in combutta con le università cercano di produrre dei mostri facendoli passare per adoni (e giacomo non parlo di te) allora la questione diventa interessante.

Un nuovo esperimenti si affaccia alle porte della nostra amata università, in collaborazione con altre università d'Italia: Bloglab.

Progettazione, gestione e realizzazione di un blog. Blogger che raccontano la loro esperienza agli studenti, come se fossero scesi da Marte.

E' come dire: casalinghe che raccontano la loro esperienza alle donne. Penso non ci sia un rapporto verticale tra blogger e persone o tra casalinghe e donne ma anche uomini, insomma un blog lo può aprire chiunque e chiunque può raccontare la propria esperienza di blogger, come chiunque può raccontare la propria esperienza di casalingo/a.

Non trovate?

Mosso da questo incipit incipiente sono andato a commentare sul blog )al qual collabora anche l'esimio prof Epifani) per fare un pò di domande sul perchè di questa preponderante prospettiva aziendale ed ho ricevuto la risposta via email. Ma è un blog perchè usare le email?

Non contento prendo l'email che mi è arrivata la segmento e la trasformo in intervista, rispondo alle domande e copio tutto nei commenti. In più aggiungo altre domande alle quali non ho alcuna risposta.
La logica aziendale c'è tutta: Consumatore che fa una domanda VS Azienda che si barrica nel mutismo. Ma non c'è la logica blogger: Post/commento/riposte varie/link a supporto delle proprie tesi/coinvolgimento della blogosfera. Questo proprio non l'ho visto.

Ecco il mio primo commento:

Ma non è un pò tardi per costruire la blogosfera? Questa facoltà si ricorda di fare le cose sempre quando c'è qualche azienda di mezzo.3 anni fa quest'iniziativa sarebbe stata utilissima, ma non siamo al MIT.

Ecco la risposta che ho spezzettato ma di cui non ho tagliato nulla, più le mie risposte e le domande lasciate ai posteri:

Rispondo qui alla sua e-mail. Visto che c'è il blog usiamolo.
Ho trasformato la sua email in una piccola intervista.

D:E mi faccia capire, gentile Jose, che azienda ci sarebbe di mezzo? Mi piacerebbe essere illuminato in proposito, visto che sto organizzando la cosa e mi sembra che mi stia sfuggendo un passaggio.

R:Excite non sarà un azienda ma pur sempre un ente economico.
"Ai migliori verrà offerta l'opportunità di accedere a stage aziendali in realtà di primo piano nella comunicazione on-line"
Non ho scritto io queste cose.
Per non parlare dei crediti formativi. La logica del profitto oramai invade ogni area, anche quella universitaria.

D: Al di là di questo, l’iniziativa coinvolge più di un’università. A quale si riferisce quando parla di “questa facoltà”?

R: Scienze della comunicazione, Roma, La Sapienza.
Quello che mi dispiace è che le menti che sono in questa facoltà non vengono sfruttate come si dovrebbe. Così come per creare il logo della Sapienza il prof. Romano ha utilizzato gente esterna, per ogni cosa che si fa in università sembra si debba avere per forza il placet di enti esterni. MI sembra tutto molto tatcheriano.
La critica non è rivolta a lei ma a tutto un sistema di cose che da anni in una facoltà di Scienze della comunicazione, ed in generale a livello universitario, invece di migliorare vanno male e la sperimentazione è praticamente inesistente, per non parlare di laboratori che non esistono.

D: Quanto al tempismo, mi incuriosisce capire per quale motivo ritiene che sia tardi.

R:I primi blog sono nati nel 2001 in Italia. Oggi siamo in fase più che avanzata. Certo possiamo cavalcare l'onda della lunga coda di Andersen ma si cavalca sempre il cavallo di altri.

D: Quanto al riferimento al MIT, io ci ho insegnato, seppure per un breve periodo, lei ci ha studiato
Cordiali saluti,
s.e.

R:Non ho studiato al MIT e non mi ritengo uno studente modello ma ho una coscienza critica. Mi fa piacere che lei abbia potuto insegnarci, giova sicuramente alla causa universitaria.
In questi anni ho conosciuto molti studenti ed ho notato che la coscienza critica manca a molti, perchè sono troppo occupati dalla caccia al credito ed a causa di questa logica "aziendale" quella creatività che dovrebbe nascere dall'ozio di cui tanto parla De Masi viene soppressa e tende a scomparire. Per questo bisognerebbe sperimentare invece di cavalcare le lunghe code.

Per quanto riguarda la spontaneità: quanto ci metterà la gente a capire che i discorsi sui blog aziendali sono nella maggior parte dei casi pilotati?

Se questo accadrà (e credo proprio di si) quali saranno le ritorsioni sull'intero mondo blogger?

Perchè le aziende e chi gestisce la loro comunicazione non imparano a rischiare? Una vera etica d'impresa pretenderebbe delle critiche per migliorare. Inoltre dovrebbe pretendere che le varie azioni all'interno dell'azienda fossero svolte alla luce del sole.

Nel mondo e negli anni le cose cambiano. Ma ogni cambiamento sembra sempre e comunque ruotare attorno alla logica aziendale. Una logica fatta di misteri, intrighi e carte false.
Una volta tanto non potrebbe essere questa logica a cambiare e non per finta? Gli utenti di Internet non sono stupidi.

Perchè anche nella realtà dei blog dovremo essere costretti ad assistere alla dicotomia vero/falso? Sembrava uno strumento di libertà di espressione ma si è riusciti a costruire una finta libertà di espressione come quella che si vede tutti i giorni in Tv. Non è triste?

Andate e commentate.


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Pubblicità sociale: Il mare non pulisce se stesso

Questa è una splendida pubblicità sociale della Young & Rubicam Francia.
Il rispetto del mare passa dalle nostre azioni e dalle nostre mani.

Dai detersivi che utilizziamo in casa alle cicche di sigaretta gettate con nonchalance sulla spiaggia. Molte volte mi trovo a raccogliere bottiglie o cose stranissime che trovo in riva e ogni anno mi schifo sempre di più.

Queste campagne sociali dovrebbero essere su tutte le spiaggie.

pubblicità sociale il mare non pulisce se stesso


Pubblicità sociale di Surfrider France.
Copy: Unfortunately, the beach doesn't clean itself.
Giornate di pulizia: 23, 24, 25 marzo.
Sito : initiativesoceanes.org.
Agenzia: Young & Rubicam, France


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lunedì, marzo 12, 2007

Forme d'arte condivisibili






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