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giovedì, settembre 24, 2009

[Il Fatto Quotidiano] Perché tanta gente ha rotto le palle

L'Italia è bella perché è varia, si sa. In tutta questa varietà esiste una specie rara che non però resiste all'estinzione: i sinistroidi autoflagellantisi.

Chi sono?

Sono persone che trascorrono gran parte del tempo su Internet alla ricerca di notizie che confermino loro che tutto è marcio, tutto è peste, tutti sbagliano (anche io do il mio piccolo contributo a questa comunità, salvo poi pentirmene).

Succede che in seguito all'uscita del Fatto Quotidiano le discussioni generatesi tra Friendfeed e Twitter vertevano non tanto sulla bontà/qualità delle notizie e sugli scenari che un nuovo giornale, senza padroni e fondi statali, potrebbe aprire nel mondo dell'editoria, ma sulla grafica inesatta (qualcuno commenta sarcasticamente:"più di 50 font differenti") o sul fatto che l'antiberlusconismo sia l'unico motivo che lega i redattori di questo giornale e la sua linea editoriale.

E contro chi dovrebbero andare contro? Spiegatemelo.

Oppure post in cui si dibatte su quanto sia giusto far scrivere la Borromeo, discendente della nobile famiglia ed accasata (a quanto pare) Casiraghi, invece che persone che lo farebbero gratis pur di stare con Travaglio, Colombo, Gomez et alii. E vabè, stiamo sempre a rosicare.

Il Fatto Quotidiano è nato in seguito a grandi sforzi. Travaglio, Beha, Padellaro e gli altri hanno fatto il giro d'Italia per creare un po' di passaparola. Non si sa quanto potrà durare e voi che fate? State li' a discutere sulle cazzate.

Capisco che in comunicazione un visual efficace ha i suoi effetti positivi. Ma sappiamo tutti con quanti soldi è nato questo progetto. E, nel frattempo, cosa stiamo facendo noi per migliorare le condizioni di questo paese? Critichiamo.

Una volta tanto, basta con le seghe mentali, cerchiamo di essere coesi e di far cambiare qualcosa in questo paese di merda.

Infine, due parole per Sansonetti (Mister salotto): se hai tanta voglia di scrivere per il Giornale basta dirlo. C'è sempre posto per un direttore fazioso o di qualcuno che mischi le carte per confodere le idee.

domenica, settembre 20, 2009

Ikea me fa na pippa

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martedì, settembre 15, 2009

Primo Grado

"Gli elementi probatori emersi hanno constito di fare luce:

Sulla posizione assunta da Marcello Dell'Utri nei confronti di esponenti di Cosa Nostra, sui contatti diretti e personali con alcuni di essi (Bontate, Teresi, oltre a Mangano e Cinà),

sul ruolo ricoperto dallo stesso nell'attività di costante mediazione , con il coordinamento di Cinà Gaetano,tra quel sodalizio criminoso, il più pericoloso e sanguinario nel panorama delle organizzazioni criminali operanti al mondo, e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi con particolare riguardo al gruppo Fininvest;

sulla funzione di "garanzia" svolta nei confronti di Silvio Berlusconi, il quale temeva che i suoi familiari fossero oggetto di sequestri di persona, adoperandosi per l'assunzione di Vittorio Mangano presso la villa di Arcore dello stesso Berlsuconi, quale "responsabile" (o "fattore", o "soprastante" che dir si voglia) e non come mero "stalliere", pur conoscendo lo spessore delinquenziale dello stesso Mangano sin dai tempi di Palmermo (ed, anzi, proprio per tale sua "qualità"), ottenendo l'avallo compiaciuto di Stefano Bontate e Teresi Girolamo, all'epoca due degli "uomini d'onore" più importanti di cosa nostra;

sugli ulteriori rapporti dell’imputato con “cosa nostra”, favoriti, in alcuni casi, dalla fattiva opera di intermediazione di Cinà Gaetano, protrattisi per circa un trentennio nel corso del quale Marcello Dell’Utri ha continuato l’amichevole relazione sia con il Cinà che con il Mangano, nel frattempo assurto alla guida dell’importante mandamento palermitano di PortaNuova, palesando allo stesso una disponibilità non meramente fittizia, incontrandolo ripetutamente nel corso del tempo, consentendo, anche grazie a Cinà, che “cosa nostra” percepisse lauti guadagni a titolo estorsivo dall’azienda milanese facente capo a Silvio Berlusconi, intervenendo nei momenti di crisi tra l’organizzazione mafiosa ed il gruppo FININVEST (come nella vicenda relativa agli attentati ai magazzini della Standa di Catania e dintorni), chiedendo al Mangano ed ottenendo favori dallo stesso (come nella “vicenda Garraffa”) e promettendo appoggio in campo politico e giudiziario.

Queste condotte sono rimaste pienamente ed inconfutabilmente provate da fatti, episodi, testimonianze, intercettazioni telefoniche ed ambientali di conversazioni tra lo stesso Dell’Utri e Silvio Berlusconi, Vittorio Mangano, Gaetano Cinà ed anche da dichiarazioni di collaboratori di
giustizia; la pluralità dell’attività posta in essere, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di “cosa nostra” alla quale è stata, tra l’altro, offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Marcello Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che, lato sensu, politici.

Non c’è dubbio alcuno, alla luce delle considerazioni che precedono e di tutto quanto oggetto di analisi nei singoli capitoli ai quali si rinvia, che le condotte tenute dai prevenuti si sussumono nelle fattispecie previste e sanzionate dagli artt. 416 e 416 bis c.p. delle quali ricorrono tutti gli
elementi costitutivi.

Ma ricorrono, anche, le contestate aggravanti di cui ai commi 4° e 6° dell’art. 416 bis c.p.

Ed invero, la sussistenza di tali aggravanti va ritenuta qualora il reato de quo sia contestato agli appartenenti ad una “famiglia” aderente a “cosa nostra” od al concorrente esterno, in quanto l’esperienza storica e giudiziaria consentono di ritenere il carattere armato di detta
organizzazione criminale (Cass. 14.12.99, D’Ambrogio, CP 01,845) e la sua prerogativa di operare nel campo economico utilizzando ed investendo i profitti di delitti che tipicamente pone in essere in esecuzione del divisato programma criminoso (Cass. 28.1.00, Oliveti, CED 215908, CP 01, 844).

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mercoledì, settembre 09, 2009

12 settembre senza buste di plastica (ma anche prima e dopo...)

L'abitudine a prendere la busta al supermercato o a dimenticare quella conservata a casa è forte da scrollare. Prima che arrivi il 12 settembre quindi possiamo già tenerci in allenamento.

Ecco un ottimo sostituto delle merdose buste al petrolio che inquinano e ci fanno ammalare, la busta in poliestere nel pacchettino attaccata al mazzo di chiavi:

Le buste di plastica in questi anni hanno contribuito all'inquinamento ambientale e ammazzato pesci. Non è abbastanza per farle fuori?

Un grazie alla mia tres che mi ha portato la questo splendido regalo dal Portogallo.

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