La forza di un ricordo digitale
La digitalizzazione ha ormai pervaso tutti i media, di questa cosa noi non possiamo che beneficiarne data la facilità di utilizzo, la velocità e l'immensa quantità di dati memorizzabili. Vorrei parlare in particolare delle foto. La fotografia è l'attimo imprigionato su un foglio plastificato, anzi lo era. Oggi la fotografia è l'attimo imprigionato in parecchi byte e, grazie alla digitalizzazione possiamo ripetere l'attimo molteplici volte e anche modificarlo a nostro piacimento. Fin qui nulla da eccepire, una cosa grandiosa.
Il problema nasce sulla quantità e sul tempo, cosa voglio dire? Con gli apparecchi digitali siamo in grado di scattare centinaia di foto in una qualsiasi giornata al mare, in montagna o ad un concerto, queste foto verrano immagazzinate sull'hard disk, poi masterizzate su qlc cd-rom o dvd e questi supporti saranno depositati in qualche zona della casa deputata alla raccolta di oggetti del genere (si spera). Il problema di questi oggetti è che si perdono facilmente, non hanno quella imponenza fisica di un raccoglitore di fotografie che lo metti lì e lì lo trovi, in più potremmo dover formattare il computer e non aver nulla a portata di mano da poter masterizzare o una penna usb. E tra una ventina d'anni tra le tante cose conservate non potremmo trovare più nulla. A cosa è valso allora il tanto fotografare? La foto digitale è volatile, non gli si da importanza, la sua vista viene bruciata subito, non c'è più il gusto di quando si aspetta lo sviluppo, è frenetica come la nostra società e in più non riusciamo a toccarla. L'esperienza che si fa con il tatto aiuta la vista e la memoria, toccare le foto sviluppate e catalogarle serve a dar loro una maggiore importanza ad averne più rispetto e quindi anche a ritrovarle tra vent'anni.
Tutta questa pippa mentale mi è venuta in mente e mi viene in mente ogni volta che vado ai concerti e vedo tante persone fare le foto col cellulare e soprattutto perchè ho perso il cd con le foto del concerto di Jovanotti, quindi sono la prova vivente di ciò che cercavo di spiegare.
Fosse stato un pacco pieno di foto non l'avrei mai perso, vabè!
L'information overload è un sovraccarico di informazioni e si sa che troppe cose non è possibile ricordarle, quindi stiamo attenti quando facciamo delle foto in digitale, tra una ventina d'anni potremmo non aver niente da mostrare ai nostri figli, nipoti o nuovi amici. Sarebbe molto triste.
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Etichette: Società
2 Comments:
hai ragione...meglio correre a stampare le foto!
http://disseilbruco.blogspot.com/
tra poco inizierà un gioco online sul blog!musicale...
chi vivrà, vedra!
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