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domenica, ottobre 01, 2006

Amore (Spaccacuore)

riuscire ad amare è qualcosa di stupendo.
Piangere per amore è una cosa per pochi eletti, persone fortunate che se lo possono permettere credendo che la loro sia sofferenza quando invece è un lusso. Che cos'è l'amor? Non si è mai capito. Ci leghiamo a persone che a volte nemmeno ci meritano senza sapere perchè ma forse in fondo qlcsa c'è. L'amore non è un legame culturale o un'affinità elettiva, è qualcosa di superiore che sta nell'anima. E' sopito e dormiente e si sveglia in pochissime occasioni. Il problema è farlo riuscire a riaddormentare. Al cuor non si comanda. NOn si comanda nemmeno al cervello certe volte. Fa degli scherzi assurdi. Bisognerebbe, forse, capire se stessi per capire l'amore o per capire chi si ama. Se capissimo noi stessi molto probabilimente non avremmo bisogno d'amare.
Si potrebbe stare soli. NOn si avrebbe bisogno di riscontri. L'amore è forse figlio di qualcosa di incomprensibile e lo siamo anche noi. Siamo frutto dell'amore e siamo amore in quanto tale. Incomprensibili, ermetici, solitari, amichevoli e passionali. A volte non capisco le persone che mi sono intorno e che giurano di amarsi. In realtà sembra siano costrette a farlo, altrimenti resterebbero sole. Restando sole e non capendo se stesse diventerebbero pazze. Allora decidono di amare qualcuno. Ma se decido d'amare in realtà non amo, sto fingendo. Non posso decidere di amare. L'amore viene un giorno, ti guarda negli occhi, tu lo guardi e dici: cazzo questo è amore. E se lo è non finisce più.
Ma a volte, incomprensibilmente, qualcosa per sbaglio si spegne e la fortuna degli amanti diventa ossessione, paura, noia. NOn si comunica più.
E forse l'amore, oltre ad essere fortuna, è comunicazione. Si può anche amare ma se si blocca la comunicazione è finita. Il verbo sparisce e l'amore finisce. Chisà quali alchimie fantastiche si nascondono dietro questa cosa. Io penso sia tutto finto.

"Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane, ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate[...]Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore, ci si passa sopra almendo due o tre volte i piedi come sulle aiuole[...]Potrei ma non voglio fidarmi di te, io non ti conosco e in fondo non c'è in quello che dici qualcosa che pensi, sei solo la copia di mille riassunti. Leggera leggera si bagna la fiamma, rimane la cera e non ci sei più"
(Samuele Bersani è una forte àncora a cui mi sto appigliando in questo periodo. Le sue parole "sono sassi, precisi aguzzi da scagliare su facce vulnerabili e indifese. Sono nuvole sospese, gonfie di sottintesi che accendono negli occhi infinite attese. Sono gocce prezione indimenticate, a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare".
Il carattere culturale che si può trovare nella musica o nella letteratura ha un corpo magnificente, di una forza incredibile, capace di mantenere in vita anime morenti. Un carattere che c'è ma non si vede e chi riesce a percerpirlo è fortunato.)


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