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martedì, novembre 20, 2012

L'articolo di Odifreddi cancellato da Repubblica. DIECI VOLTE PEGGIO DEI NAZISTI


DIECI VOLTE PEGGIO DEI NAZISTI

Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via
 Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.

Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.

In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.

Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?

sabato, ottobre 13, 2012

Anna Maria Tedeschi e la politica social

Anna Maria Tedeschi, nuovo capogruppo IDV al consiglio regionale del Lazio si mette ben in evidenza sui social per un utilizzo molto diretto, sia del suo profilo Facebook che di Twitter.

Ma cominciamo dal sito di Annamaria Tedeschi:

sito di anna maria tedeschi

Com'è possibile notare, la parte superiore del sito presenta già una spiccata presenza social. Il canale Youtube al centro, il box Facebook a destra con un feed degli aggiornamenti Twitter, ed altri due bottoni sotto la foto a sinistra.

Il sito di un politico che vuole esser raggiunto in modo immediato sui social media, deve avere questi requisiti, cioè una presenza immediata ai suoi canali social, così come ha fatto la Tedeschi.

Ma non basta.

Si sa che la politica è fatta di parole, di promesse e di speranze. Ultimamente c'è pochissima presenza sul territorio e tante dichiarazioni fondate sul nulla.

Anna Maria Tedeschi, oltre ad aver condotto una campagna elettorale solitaria, che ho avuto l'onore ed il piacere di seguire, ha anche mostrato grande serietà nella vita privata e nei rapporti con le persone che la conoscono e tutti questo si è trasferito in ambito social.

Il consigliere e capogruppo IDV infatti, aggiorna con frequenza quotidiana la sua pagina persona Facebook ed il suo profilo, con pensieri e comunicati, e non esita a rispondere, sempre personalmente, ai vari commenti lasciati ai suoi post.

Ci tengo a ricordare a chi volesse fare politica sui social media, che utilizzare Facebook, Twitter e Google Plus come strumenti per fare comunicati, senza interagire, è abbastanza controproducente. Come gettare in pasto un chilo di carne a dei leoni affamati.

Quindi, se avete un piano coerente, munitevi di smartphone ed iPad e seguite l'esempio della Tedeschi: trovate 10 minuti ogni due ore, per dedicarvi a chi vi segue sui social, e tenete sempre aggiornato il vostro sito, perché è la piattaforma proprietaria che mai nessuno potrà togliervi arbitrariamente (cosa che può sempre accadere con Facebook e Twitter).

Il canale Youtube del consigliere Tedeschi è sempre aggiornato, con descrizioni accurate che talvolta invitano alla fanpage. Inoltre molti dei video del canale sono posizionati su Google, anche questo un elemento strategico da non sottovalutare.
video anna maria tedeschi su google

L'home page del canale, mantiene un aspetto grafico coordinato e coerente con il sito, in modo da non spaesare l'utente e farlo sentire sempre sullo stesso livello comunicativo.
canale youtube annamaria tedeschi

La pagina fan

Anche la pagina fan del consigliere Tedeschi, mantiene un aspetto molto simile al sito, richiamando alcuni elementi grafici.

Ma cio che conta è il contenuto

Molti politici possono avere un'ottima presenza online, dal punto di vista formale, ma ciò che poi viene fatto in Parlamento o nei vari consigli regionali si ripercuote su questa presenta.  Quello che consiglio non è di monitorare o gestire potenziali situazioni di crisi, ma di essere veramente più vicini al popolo in rete, perché il popolo in rete è lo stesso popolo che farà contestazioni di piazza quando non se ne potrà più.

Quindi caro politico, se veramente vuoi usare i social media, fallo in modo sapiente, cambia il tuo stile comunicativo, basta enunciati e sì al confronto. Chiedi un supporto alla tua base non in termini di voto ma di miglioramento. Sottoponi le tue attività al giudizio di chi ti segue e fai le opportune modifiche prendendo spunto dai suggerimenti preziosi delle persone che ti accordano la loro fiducia.

Se vuoi avere successo in politica, nella vita e sul web, la coerenza e l'apertura al prossimo sono fondamentali, ed in questo sembra essere riuscita Anna Maria Tedeschi.

domenica, agosto 12, 2012

La rivoluzione? Nemmeno a parole.

In pratica:

  • siamo in una nazione dove una fabbrica, l'Ilva, ha letteralmente ucciso un popolo (anche noi, perché le polveri sottili non si fermano a Taranto)
  • un presidente della Repubblica non vuole farci sapere cosa dice in un'intercettazione "non rilevante" ai fini processuali 
  • non si capisce più dove siano la destra e la sinistra e cosa vogliano fare (con i nostri soldi)
  • aggiungi un problema a piacimento

e si parla:

  • del libro della Minetti
  • di Corona insieme a lei
  • di Belen (che non ho capito che cazzo ha fatto)
  • dulcis in fundo, di Juve-Napoli come se fosse la terza guerra mondiale.
Se tanto mi dà tanto, meritiamo questa merda.


mercoledì, aprile 11, 2012

La "padrona del palazzo", il terrazzino e i panni stesi.

Ho già esposto brevemente su Facebook la problematica della "padrona del palazzo", cioè quella signora tendenzialmente presente in ogni condominio, che crede di poter fare e disfare degli affari condominiali semplicemente perché non ha un cazzo di meglio di fare.

Nella nostra splendida abitazione romana al primo piano, per la quale paghiamo la modica cifra di 2250 euro, io, Adriano, Enzo, Gabriele ed Emilio godiamo di un terrazzino, al quale si accede dalla mia camera.

Il terrazzino viene utilizzato pochissimo, per lo più per stendere panni (raramente e quando fa caldo), o cazzeggiare nelle calde sere estive.

Bene, come dicevo sopra, un bel giorno incontro la "padrona" che mi chiede se possiamo evitare di stendere i panni "perché è proprio brutto", "...è un favore personale" :o. In seguito a queste motivazioni come avrei potuto dire di sì? E infatti ho detto no, col cazzo!

Oggi, dopo una settimana, vado a pagare il condominio (anche qui una modica cifra: 349 euro), lei arriva e si siede di fianco all'amministratore (tipico atteggiamento da padrona del palazzo) e, mentre sto andando via, ricaccia la vexata quaestio dei panni sul terrazzino che, novità, arrecherebbero un fastidio visivo (ci mancava solo che ci obbligava a toglierli "perché ce lo chiede l'Europa").

Io guardo l'amministratore sconsolato e lui ricambia (e penso: menomale).

Rispondo che ho vissuto in condominio per anni e conosco il problema dei panni stesi. Sì, perché abitavo sotto ad una che ci inondava con le sue lenzuola (oltre che con un profluvio di male parole) e con lei si litigava spesso, perché il danno era oggettivo.

Il balcone del piano di sopra che ti piscia nell'appartamento a tutte le ore e ti vieta di affacciarti perché le lenzuola matrimoniali sono completamente stese, altrimenti poi bisogna stirarle, è cosa diversa dal terrazzino al primo piano che arreca un "fastidio visivo". Inoltre, non sono a conoscenza di casi simili.

Quindi, cara signora, visto e considerato che:

  • sotto di noi non c'è nessuno 
  • i panni sono stesi sul terrazzino, non sulla ringhiera
  • i panni non sgocciolano, 
  • i panni non fanno ombra, 
  • i panni non arrecano disturbo fisico oggettivo alcuno 
  • e tu, stai solo a rosicà perché non hai il terrazzino, 

noi, giovani precari costretti a pagare un affitto da urlo a Roma, continueremo a stendere i nostri fottuti panni da alternativi(cit.) sul balcone :D.

Vado via salutando senza che l'amministratore proferisca parola alcuna e capendo le fissazioni di qualcuno.

Suggerisco alla signora di leggere "Il Condominio" di J.G. Ballard, per farsi un'idea di ciò che può accadere quando in un palazzo si uniscono anime che non hanno nulla a che fare l'una con le altre...

Zao.

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sabato, marzo 03, 2012

Cesare deve morire, la dignità dell'uomo no.

opinione breve e sconclusionata


Il Giulio Cesare di Shakespeare, tra le altre cose, è la storia di un complotto, una cospirazione. E quante volte l'uomo ha cospirato, non solo contro il potente di turno (quasi mai, purtroppo) ma anche contro i suoi simili?



E la vita di carcere è sicuramente intrisa di episodi legati alla cospirazione, tra episodi di Camorra, Mafia o semplici regolamenti di conti esterni ed interni al carcere stesso. Così uomini poco fortunati a causa di eventi o scelte avventate, si trovano a rappresentare una meta-storia, un'opera che racconta l'uomo e che, grazie ai fratelli Taviani, diventa di un'umanità immensa.

Il Giulio Cesare, provato tra le mura di Rebibbia, sembra non un momento, appunto, di prova, ma una vera e propria storia di cospirazione tra i detenuti del carcere romano, con tutti i crismi della gangster story.

Al contrario, la rappresentazione scenica, con palco e costumi, trasforma la meta-cospirazione in un fatto liberatorio. E' una sorta apertura morale alla dignità dell'uomo, il quale passa da vittima di cospirazioni subite in vita, ad essere liberato dalla recitazione.
Linfa e virtù donate ad uomini fino a poco prima privati di tutto ciò che è bello.

E' questo il ruolo che la nostra società dovrebbe avere nei confronti di chi ha sbagliato a causa di condizioni sfavorevoli. Rimetterli in gioco, donare loro la conoscenza del bello tramite l'arte e trasformare il tutto in nuova vita, creando lavoro e favorendo la trasmissione della cultura.

E tutto ciò è possibile se la politica lo vuole e se tutti noi lo chiediamo a gran voce.

Andate a vedere Cesare deve morire e pensate a quanto grande sia il valore della dignità umana.Guardate la luce negli occhi pieni di vita di quelle persone. Sarà impossibile non entrare in empatia

Il carcere dovrebbe essere un centro di riabilitazione sociale, non una discarica. Ci sono persone che non nascono libere ed eguali in dignità e diritti, e per forza di cose si trovano costrette a delinquere.

Diamo loro una seconda chance, noi che siamo stati più fortunati.

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